AGI - La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso avanzato dalla difesa di Andrea Landolfi, il pugile romano trentenne che in secondo grado è stato condannato a 22 di reclusione poichè accusato dell'omicidio della fidanzata ventiseienne Maria Sestina Arcuri. Lo aveva chiesto anche la procura generale nel pomeriggio. Il processo di fronte ai Supremi giudici era nato proprio dall'impugnazione della sentenza della Corte d'Appello da parte degli avvocati dell'imputato Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, difensori di Landolfi. I giudici di piazzale Clodio, in secondo grado, avevano ribaltato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d'Assise di Viterbo.
La morte di Maria Sestina Arcuri avvenne nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019 a Ronciglione, in provincia di Viterbo. Secondo l'accusa Landolfi, durante un litigio, avrebbe spinto giù dalle scale la fidanzata che sarebbe morta circa 24 ore dopo in ospedale. Landolfi ritiene invece che si sia trattato di una caduta accidentale: "Le lesioni sono perfettamente compatibili con la ricostruzione dei fatti che ha fatto l'imputato - hanno detto i suoi avvocati di fronte ai giudici ermellini - per questo chiediamo l'accoglimento dei motivi di ricorso".
"Finalmente si mette la parola di fine a questo processo. Sono più di 4 anni che la famiglia sta aspettando questo responso e finalmente ci siamo. Nello stesso tempo c'è grande tristezza per quanto accaduto: non è stato incidente, Maria Sestina è stata uccisa da Landolfi", ha dichiarato all'AGI l'avvocato Vincenzo Luccisano, difensore dei familiari di Maria Sestina Arcuri.