AGI - Italia, Spagna e Grecia si uniscono. Non per una nuova aggregazione geografica all’interno del Vecchio Continente, bensì per dar vita a un coordinamento informativo sui valori dell'olivo e dell'olio. Un modo per unire le forze e affrontare non da soli i problemi che aggravano un settore in cui sono nazioni protagonista e, quindi, trovare anche soluzioni comuni. Il progetto si chiama “OlivaeNews”, che in sé è un network e, insieme, una rete di comunicazione che punta a promuovere la coltivazione delle olive e la tutela degli oli d’oliva. Una sorta di “lobbying persuasiva” e di sensibilizzazione del pubblico verso i problemi produttivi delle olive e dell’olio
Del network fanno parte il sito omonimo (Olivenews.gr), “Teatro Naturale” in Italia (un magazine online su agricoltura biologica, prodotti naturali e mangiare sano che sin dal 2003 offre visibilità e informazioni sull'attualità agricola, alimentare e il mondo agricolo della Penisola).e JuanVilar in Spagna (juanvila.com), consulenti strategici nel proprio settore.
Nella pratica si tratta d’un coordinamento editoriale che vigila e si occupa dai cambiamenti climatici al mercato dell'olio, fino alla promozione delle virtù salutistiche e nutrizionali dell'olivo e delle olive da tavola. Perché, come afferma Vassilis Zampounis, editore di olivenews.gr e ora presidente del network OlivaeNews, in una dichiarazione riportata da tutti e tre i siti: “'Olivo è cultura e coltura mediterranea e c'è chi vorrebbe che gli olivicoltori dei vari Paesi affrontassero da soli le sfide del mondo globalizzato.
Noi crediamo che su molti temi le soluzioni debbano essere comuni” anche perché “il mondo dell'olio si sta espandendo con le coltivazioni che hanno raggiunto tutti i continenti – commenta Juan Vilar, che è un opinion leader spagnolo – ma occorre essere consapevoli che la cultura olearia non è stata così rapida a diffondersi come l'olivo. Non bisogna accontentarsi che i consumatori sappiano che gli oli di oliva fanno bene alla salute. C'è molto di più per dare valore al settore”.
L’Italia è tornata seconda nella produzione dell’olio
Il progetto OlivaeNews è allo stesso tempo aperto, inclusivo e vuole affiancare le istituzioni e le associazioni, per far conoscere le tematiche di questo particolare settore della gastronomia e perché i problemi del settore sono comuni in tutti i Paesi dove le olive vengono coltivate, raccolte e poi inviate ai frantoi per diventare olio. E c’è quindi una urgente necessità di creare opinione e senso comune tra gli addetti ai lavori dei paesi olivicoli. Per ora si è cominciato da Grecia, Italia e Spagna ma il network ha l’obiettivo di allargarsi e diventare mediterraneo. Un bacino che è anche la casa comune dei popoli che vi s’affacciano.
I dati del resto parlano chiaro: per quanto riguarda la penisola iberica, si calcola che nell'annata olivicolo-olearia 2021/22 la Spagna ha prodotto circa 1,3 milioni di tonnellate di olio d'oliva (e 570mila tonnellate di olive da tavola), un dato che indica stabilità nella produzione e nel mercato dell'olio, in linea con la media delle ultime quattro annate e leggermente al di sotto di quella scorsa. Il dato è ricavato dalle stime degli indicatori delle Comunità autonome, formulate dal Tavolo di settore dell’olio d’oliva e delle olive da tavola del Ministero spagnolo dell’Agricoltura, dell’alimentazione e della pesca (Mapa). Secondo le stime del Mapa, infatti, in Spagna la quantità prodotta di olio di oliva subisce un leggero calo in tutte le Comunità autonome, tranne in Estremadura. Nel caso delle olive da tavola, le 570.000 tonnellate raccolte comporta un aumento del 5,7% rispetto alla media delle ultime quattro annate e del 4,3% rispetto all'ultima.
Per quanto riguarda la Grecia, invece, secondo le stime del settore, alle attuali scarse scorte di olio di oliva dell'ordine di 25.000 – 30.000 tonnellate, la produzione per la stagione 2021/22 è di circa 200.000 tonnellate, il 25% in meno di quanto prodotto nella campagna 2020/21.
Secondo quanto riportato da Olivenews.gr, il mercato dell’olio d’oliva greco è stato caratterizzato nel corso dell’estate 2021 da un’inattività senza precedenti. Ciò che ha influito sul consumo interno del prodotto, che è diminuito.
Infine l’Italia: nella scorsa stagione il nostro Paese è tornato ad occupare il secondo posto nella classifica mondiale della produzione olivicolo olearia, dopo la Spagna. E rispetto alla penisola iberica che è in calo, la produzione del nostro Paese è invece in crescita del 15% con 329 mila tonnellate.