Grande attore di teatro e di cinema, nato a Torino il 25 maggio 1947 da una famiglia molisano-pugliese - madre originaria di Casacalenda, piccolo centro in provincia di Campobasso, e padre di Orta Nova, in provincia di Foggia - Flavio Bucci, morto oggi all'età di 72 anni, è assurto alla fama popolare per due interpretazioni: il pittore naif Antonio Ligabue nello storico sceneggiato tv della Rai diretto da Salvatore Nocita e don Bastiano nel film 'Il marchese del Grillo' di Mario Monicelli. Tra le altre interpretazioni celebri 'Suspiria' del maestro del terrore Dario Argento e "Il divo" di Paolo Sorrentino
Formatosi professionalmente presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino., fu chiamato al cinema da Elio Petri, uno dei registi di punta del movimento neorealista italiano. L'esordio risale al 1971 con il film 'La classe operaia va in paradiso'. Petri volle poi Bucci protagonista in 'La proprietà non è più un furto' nei panni di Total, un giovane impiegato di banca allergico al denaro che diventa ladro per ideologia. Il 1977 fu l'anno di 'Ligabue', produzione Rai che diede all'attore la possibilità di farsi conoscere al pubblico televisivo. Tornerà poi a lavorare con Nocita nei 'Promessi sposi' del 1989. Ma troviamo Bucci anche nella 'Piovra' di Damiano Damiani, del 1984, e in 'L'avvocato Guerrieri - Ad occhi chiusi' Alberto Sironi, del 2008.
Lavorò con i piu' grandi maestri del cinema italiano affermandosi come interprete di talento. Prese spesso i panni di personaggi irregolari, a volte emarginati. Celebre quello di Don Bastiano ne 'Il marchese del Grillo' con Alberto Sordi, il prete che prima di essere impiccato, sul patibolo, pronuncia uno dei discorsi più divertenti del cinema italiano. Ma troviamo Bucci anche nel cast di 'Tex e il signore degli abissi', in 'Secondo Ponzio Pilato', 'Teste rasate', 'Il silenzio dell'allodola'. Nel film 'Il divo' di Paolo Sorrentino del 2008 interpreto' il politico Franco Evangelisti.
Bucci indicava come suoi maestri Gian Maria Volonté ed Elio Petri. "Gian Maria mi ha trattato come un fratello minore, Petri come un figlio. Sono state due persone fondamentali", raccontò. E non negava il peso della sua espressione, volto asimmetrico, occhi grandi. "La mia faccia ha contato. Un attore è parole e fisicità".
Ha manifestato passione per il lavoro, invitando a non prendersi mai davvero sul serio. "Ringraziamo Iddio che si possa fare ancora questo mestiere - disse - che si possa vivere in un pese libero e democratico che ci consente di fare questo mestiere come un grande gioco. L'attore e il regista sembrano davvero un gioco dei bambini. Il cinema e il teatro uno li farebbe tutta la vita. Ti riempiono in una maniera incredibile".
Negli ultimi anni Bucci ha avuto difficoltà economiche ed è stato costretto a vivere in una casa famiglia sul litorale di Fiumicino. Due anni fa, a margine della presentazione del docufilm sulla sua vita diretto da Riccardo Zinna dal titolo 'Flavioh' raccontò di essere rimasto senza soldi e solo, pur avendo due ex mogli, tre figli e la mamma ancora in vita, e di aver speso tutto in alcol e droghe.