L'Italia avrebbe speso almeno 200.000 euro di fondi dell'Unione Europea destinati a sostenere le operazioni di ricerca e soccorso in mare per scortare la nave "Aquarius" a Valencia in Spagna dopo aver rifiutato di far sbarcare 630 migranti in un porto italiano a giugno. Lo sostiene il sito Euobserver.com, sulla base di un'analisi dei costi sostenuti per la nave "Dattilo" della Guardia costiera, che, insieme alla "Orione", dopo aver trasferito diverse centinaia di migranti a bordo, ha accompagnato l'Aquarius a Valencia.
Secondo la testata giornalista on line Euobserver.com, circa il 90% dei costi del viaggio sarebbero stati coperti con i fondi allocati dalla Commissione europea per i salvataggi in mare. In una dichiarazione citata dal sito, la Guardia costiera avrebbe indicato che "solo il 10% di queste spese e' direttamente sostenuto dal bilancio dello Stato (italiano), mentre il resto e' cofinanziato dall'Unione Europea". Le risorse utilizzate per accompagnare l'Aquarius - secondo Euobserver - sarebbero state prelevate dai fondi che la Commissione ha stanziato per coprire - tra l'altro - i costi diretti delle operazioni di ricerca e soccorso in mare. Il sito ricorda che la Guardia Costiera italiana e la Commissione hanno firmato a marzo e novembre del 2017 due accordi per un valore totale di 14,8 milioni.