Mafia: fermato boss a Palermo, "aveva il tritolo per Di Matteo"
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Mafia: fermato boss a Palermo, "aveva il tritolo per Di Matteo"

Mafia: fermato boss a Palermo, "aveva il tritolo per Di Matteo"

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(AGI) - Palermo, 16 dic. - Il boss del mandamento di ResuttanaVincenzo Graziano, fermato stamattina a Palermo, secondo il suopredessore oggi pentito Vito Galatolo custodiva il tritolo cheCosa nostra si era procurato per compiere un attentato controil sostituto procuratore Nino Di Matteo, uno dei Pm delprocesso per la trattativa Stato-mafia. Le dichiarazioni diGalatolo sono inserite nel provvedimento di fermo di Grazianodisposto dalla Dda di Palermo, che comunque non contesta alfermato accuse specifiche ai piani contro Di Matteo, sui qualiperaltro non ha competenza a indagare essecondo coinvolto unmagistrato del distretto. "Ho avuto modo di vedere l'esplosivo -sostiene Galatolo- nelle circostanze di cui ho gia' riferitoin una delle occasioni in cui scesi a Palermo dietroautorizzazione... nel periodo che va dal 15 al 18 marzo (2013,ndr). Il Graziano mi fece vedere l'esplosivo il giorno didomenica 16 e lo stesso era custodito in un appartamentodell'Arenella, di mia proprieta'". Questa ricostruzione e'stata messa a verbale da Galatolo il 21 novembre scorso. Il pentito parla di una riunione svoltasi i primi didicembre del 2012 tra boss per discutere dell'attentato controDi Matteo. Secondo Galatolo, "l'intento di organizzarel'attentato al dottore Di Matteo non e' mai stato messo daparte; una volta -racconta- ne parlai con Vincenzo Graziano... ed avevamopensato di posizionare un furgone nei pressi del Palazzo diGiustizia ma non ritenemmo di procedere perche' ci sarebberostate molte vittime. Pensammo anche, data la disponibilita'della famiglia mafiosa di Bagheria, di valutare se procedere inlocalita' Santa Flavia, luogo dove spesso il dottore Di Matteotrascorre le vacanze estive". Il fermo di Graziano e' stato disposto dal procuratoreaggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene,Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Dario Scaletta e RobertoTartaglia. (AGI).
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