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Cosa nostra "non può rinunciare a dotarsi di un nuovo capo" ma la successione di Totò Riina presenta "aspetti problematici" ed è "a rischio di forti tensioni che potrebbero sfociare in atti di forza, con pericolose ripercussioni nell'immediato". A lanciare l'allarme è l'ultima Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, secondo cui nel frattempo "l'organizzazione continuerà verosimilmente ad essere caratterizzata da un 'organismo collegiale provvisorio', costituito dai capi dei mandamenti urbani più forti e rappresentativi, con funzioni di consultazione e raccordo strategico". Improbabile, dicono gli analisti della Dia, che a succedere a Riina sia il superlatitante trapanese Matteo Messina Denaro.
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