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Mafia: Di Matteo, Andreotti doveva aggiustare maxiprocesso
(AGI) - Caltanissetta, 26 nov. - Il pentito Santino Di Matteo,deponendo nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, nell'ambitodel processo sulla strage di Capaci, ha detto che era compitodi Andreotti "aggiustare il maxiprocesso". Secondo Di Matteo,"dopo il verdetto, ci fu la reazione violenta di Cosa nostraperche' il patto non era stato rispettato. Quindi bisognavaammazzare tutti coloro che non avevano rispettato il patto. Lapolitica non si era interessata. L'interlocutore di Andreotti-ha sostenuto il collaboratore di giustizia- era il giudiceCarnevale. A Palermo Lima doveva risponderne a Riina". Aproposito del rapporto tra Antonino Gioe',
(AGI) - Caltanissetta, 26 nov. - Il pentito Santino Di Matteo,deponendo nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, nell'ambitodel processo sulla strage di Capaci, ha detto che era compitodi Andreotti "aggiustare il maxiprocesso". Secondo Di Matteo,"dopo il verdetto, ci fu la reazione violenta di Cosa nostraperche' il patto non era stato rispettato. Quindi bisognavaammazzare tutti coloro che non avevano rispettato il patto. Lapolitica non si era interessata. L'interlocutore di Andreotti-ha sostenuto il collaboratore di giustizia- era il giudiceCarnevale. A Palermo Lima doveva risponderne a Riina". Aproposito del rapporto tra Antonino Gioe', mafioso implicatonell'attentato di Capaci e morto suicida in carcere, e PaoloBellini, considerato vicino ai servizi segreti, il collaboranteha detto che "la mafia non legava con queste persone deiservizi segreti. Riina sapeva che Bellini era legato ai servizie disse di seguire questa cosa con delicatezza perche' allabase c'era lo scambio. Togliere il carcere duro a qualche bosse Bellini in cambio chiedeva il recupero di un'opera d'arte". .