Mafia Capitale, primi interrogatori Indagato sottosegretario Ncd
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Mafia Capitale, primi interrogatori Indagato sottosegretario Ncd

Mafia Capitale, primi interrogatori Indagato sottosegretario Ncd

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(AGI) - Roma, 5 giu. - L'indagine e' vecchia di mesi e sicollega direttamente a Mafia Capitale uno e due, quella in cuisono indagati il sottosegretario all'Agricoltura, GiuseppeCastiglione assieme ad altre cinque persone per turbativad'asta nell'inchiesta, tutta catanese, sull'appalto per lagestione del Cara di Mineo, il centro di accoglienza per irichiedenti asilo in provincia di Catania. Su questo frontesono impegnati i Pm di due Procure, quelle di Catania e diCaltagirone. Il sottosegretario Giuseppe Castiglione, deputatonazionale e coordinatore del Nuovo Centrodestra in Sicilia e'indagato nella qualita' di "soggetto attuatore per la gestionedel Cara di Mineo". Gli altri cinque indagati sono: GiovanniFerrera, nella qualita' di direttore generale del Consorzio traComuni, Calatino Terra di Accoglienza, Paolo Ragusa, 'nellaqualita' di presidente della Cooperativa Sol Calatino', LucaOdevaine nella qualita' di consulente del presidente delConsorzio dei Comuni, e i sindaci di Mineo e Vizzini, AnnaAloisi e Marco Aurelio Sinatra. Nel decreto la Procura ipotizzache i cinque indagati "tubavano le gare di appalto perl'affidamento della gestione del Cara di Mineo del 2011,prorogavano reiteratamente l'affidamento e prevedevano garaidonee a condizionare la scelta del contraente con riferimentoalla gara di appalto 2014?.CASTIGLIONE: "SONO SERENO" - "In questa vicenda sonoassolutamente sereno. Se ricevero' un avviso di garanzia, se cisara' una mia responsabilita', che io escludo assolutamente,non dovra' prendere provvedimenti qualcuno, ma li predero' iopersonalmente". Lo ha detto a Sky TG24 HD il sottosegretarioall'Agricoltura Giuseppe Castiglione, in merito al suocoinvolgimento nell'inchiesta della Procura di Catania sull'appalto per la gestione del Cara di Mineo. "Su questa vicenda -ha spiegato - ho massima serenita'. Per la seconda volta in seimesi si parla di un mio possibile coinvolgimento nella vicendaCara. Io non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Faccio unplauso alla procura di Roma per il lavoro che ha fatto e anchea quella di Catania, stanno facendo un ottimo lavoro. Hochiesto alla procura di Catania e di Caltagirone di esseremesso a conoscenza di eventuali iscrizioni e formalmente mihanno risposto che non ce ne sono. Io sono comunque adisposizione della procura, per qualunque circostanza lororitengano utile per l'indagine". INTERROGATORI A REGINA COELI - Quella di oggi, intanto, e'stata una giornata di interrogatori nel carcere romano diRegina Coeli per i primi esponenti politici finiti in manettenell'ambito della seconda tranche dell'inchiesta su 'MafiaCapitale'. Il primo ad affrontare il giudice Flavia Costantinie' stato Mirko Coratti, ex presidente dell'assembleacapitolina, che ha respinto l'accusa di corruzione. "Mai avutorapporti, illeciti o di natura economica, con Salvatore Buzzi.Basta leggersi le carte dell'inchiesta: non c'e' una solaconversazione con lui, intercettata, che mi riguardi"., hadetto Coratti, difeso dall'avvocato Filippo Dinacci. Stando aquanto si e' appreso, Coratti, nel corso dell'interrogatorio digaranzia, ha detto al giudice che non ha mai beneficiato disomme di denaro di provenienza illecita e che mai gli sonostati promessi dei soldi da Buzzi o da soggetti vicini alpresidente della cooperativa '29 giugno' per mettersi alservizio dell'organizzazione criminosa, come ipotizzato dallaprocura. Coratti avrebbe detto, tra l'altro, di non saperenulla dei 10mila euro versati da Buzzi all'associazione'Rigenera' ("non sapevo nulla di questi soldi"), peraltroregolarmente iscritti al bilancio, e ha ribadito al gip: "Buzzidi certo non parlava con me". Oltre a quello di Coratti oggisono previsti gli interrogatori di dell'ex assessore dellagiunta Marino, Daniele Ozzimo, dell'ex responsabile deldipartimento affari sociali del Comune, Angelo Scozzafava e delvicepresidente della cooperativa La Cascina, Francesco Ferrara."I provvedimenti cautelari che hanno interessato alcuni propridirigenti non riguardano in alcun modo reati di 'mafia'.Nessuno dei soggetti coinvolti e' accusato di aver tenutocomportamenti 'mafiosi'", e' la precisazione del presidente delCda della coop "La Cascina", Giorgio Federici. "Il fulcro degliaddebiti mossi nei confronti de 'La Cascina' - ricorda Federici- riguarda il Centro di accoglienza dei richiedenti asilo-Caradi Mineo, sito nei pressi di Catania. A tal riguardo e' fermaconvinzione della cooperativa che le procedure di affidamentosi siano svolte nel pieno rispetto della normativa vigente econformemente ai criteri di evidenza pubblica". E mentre ilCampidoglio stamane e' blindato ai cronisti, dalle cartedell'inchiesta risulta che tra i 21 indagati a piede liberofigurano, tra gli altri, Maurizio Venafro, gia' capo digabinetto del Governatore Nicola Zingaretti e Marco Visconti,l'ex assessore all'Ambiente della giunta capitolina guidata daAlemanno. (AGI).
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