Mafia capitale: nuovi arresti, politici in manette
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Mafia capitale: nuovi arresti, politici in manette

Mafia capitale: nuovi arresti, politici in manette

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(AGI) - Roma, 4 giu. - Diciannove persone in carcere, 25 aidomiciliari, altre 21 indagate a piede libero e altrettanteperquisizioni. Provoca l'ennesimo terremoto la seconda tranchedell'inchiesta denominata 'Mafia Capitale' che gia' lo scorsodicembre aveva fatto scattare le manette ai polsi di 37indagati, con il coinvolgimento di altri 40. Ancora una volta,l'ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e il presidente dellacooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi, risultano i pezzi danovanta dell'ordinanza di custodia cautelare del gip FlaviaCostantini, eseguita dai carabinieri del Ros. La novita',rispetto al primo filone, e' che sono stati chiamati in causaesponenti delle istituzioni, di destra e di sinistra (al Comunea alla Regione Lazio), a libro paga dell'organizzazione distampo mafioso che a Roma faceva affari di ogni tipo (businessdegli immigrati 'in primis') e si aggiudicava i miglioriappalti (tra i quali punti verde e piste ciclabili) venendo apatti con imprenditori collusi e politici corrotti. C'era chibeneficiava di uno stipendio mensile e chi si accontentava disistemare amici o conoscenti nelle cooperative. Dunque mafia,ma anche corruzione e turbativa d'asta. In carcere sono finiti,tra gli altri, Luca Gramazio, ex consigliere capogruppo Pdl inconsiglio comunale e poi in Regione: e' ritenuto il 'voltoistituzionale' di Mafia Capitale per aver messo le sue caricheal servizio del sodalizio criminoso con cui avrebbe elaborato"le strategie di penetrazione nella pubblica amministrazione".In cambio avrebbe ricevuto 98mila euro in contanti in tretranche, 15mila di bonifico per il finanziamento al suocomitato, l'assunzione di 10 persone, cui veniva garantito unostipendio. Ci sono poi Mirko Coratti, ex presidente delconsiglio comunale in quota Pd, dimessosi a dicembre dopo laprima ondata di arresti e il suo capo segreteria, FrancoFigurelli. Per i pm, avrebbero ricevuto la promessa di 150milaeuro, la somma di 10mila e l'assunzione di una personasegnalata da Coratti in cambio di una serie di favori da farealle cooperative di Buzzi. In cella sono finiti anche DanieleOzzimo, ex assessore Pd alla Casa, Angelo Scozzafava, ex capodel quinto dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e dellasalute di Roma, Pierpaolo Pedetti, consigliere comunale nel2013 con il Pd, presidente della Commissione Patrimonio. Aidomiciliari Giordano Tredicine, consigliere comunale per Fi, ilcostruttore Daniele Pulcini, e l'ex presidente del Municipio XAndrea Tassone. Nell'indagine e' risultata coinvolta tutta ladirigenza della cooperativa 'La Cascina', vicina al mondocattolico, impegnata nella gestione dei profughi: in manette idirigenti Domenico Cammissa, Salvatore Menolascina, CarmeloParabita (tutti ai domiciliari) e Francesco Ferrara (incarcere). Per il gip, Luca Odevaine, che apparteneva al Tavolodi Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti,avrebbe ricevuto dai quattro "la promessa di una retribuzionedi 10.000 euro mensili, aumentata a euro 20.000 mensili dopol'aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile 2014".Nell'ordinanza si parla anche di Gianni Alemanno che, secondoil gip, una volta chiuso il mandato di sindaco di Roma, sisarebbe rivolto a Buzzi per avere appoggi in vista delleeuropee del maggio 2014. Buzzi, a sua volta, si sarebbeattivato contattando l'imprenditore Giovanni Campenni',espressione di un clan calabrese della 'ndrangheta, affinche'"gli amici del sud" supportassero questa campagna elettorale.E' intanto scontro politico sugli effetti dell'inchiesta 'MafiaCapitale'. "Chi ha volato le regole del gioco e' giusto chepaghi tutto, fino all'ultimo centesimo", spiega il presidentedel Consiglio, Matteo Renzi. Ed il commissario del Pd, MatteoOrfini precisa: "Le amministrazioni di Marino e Zingaretti sonostate un baluardo della legalita', e quanto sta avvenendo e'anche dovuto alle loro denunce e delle azioni che loro hannomesso in campo". Di tutt'altra idea il Movimento 5 Stelle conAlessandro di Battista. "Matteo Orfini - spiega - e' allafrutta e considerando che gli hanno arrestato e indagato quasimezzo partito, se parliamo di frutta parliamo di arance". Nonmeno duro Matteo Salvini:"Che cos'altro deve accadere perche'Marino se ne vada e si torni alle urne?". (AGI).
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