Mafia Capitale: Buzzi informato da un carabiniere del Quirinale
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Mafia Capitale: Buzzi informato da un carabiniere del Quirinale

Mafia Capitale: Buzzi informato da un carabiniere del Quirinale

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(AGI) - Roma, 9 giu. - "Caro Salvatore sto uscendo ora daltribunale. Sono stati depositati per l'archiviazione tutti ifascicoli inerenti la situazione che ben conosci. Siamo grandi,anzi grandissimi... sono strafelice per quello che sonoriuscito a fare... un forte abbraccio". Cosi' il 24 lugliodello scorso anno Giampaolo Cosimo De Pascali, appuntato sceltoin servizio presso il Reparto Carabinieri Presidenza dellaRepubblica, presso Ufficio Direzione SCSS Roma, scriveva, conun sms, a Salvatore Buzzi, il presidente della cooperativa '29giugno'. Almeno 50 contatti telefonici tra i due, a partire dalsettembre 2013, sono stati documentati dal Ros a dimostrazioneche Buzzi, ritenuto uno dei principali esponentidell'associazione di stampo mafioso assieme all'ex Nar MassimoCarminati, si serviva di De Pascali "per acquisire informazionidi natura giudiziaria e per ottenere favori di vario genere".De Pascali, secondo gli investigatori, sarebbe stato presentatoa Buzzi da Giovanni Tinozzi, direttore di un ristorante in viaVeneto ("Gianni e' un amico mio del paese, che mi ha messo incontatto con uno del Quirinale che mi sta a fa..."). Leconversazioni intercettate dal settembre di due anni faevidenziano che "Buzzi stava ottenendo, tramite De Pascali,informazioni relative alla gara per la gestione triennale2013/2016 del Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara) diCastelnuovo di Porto, procedura pubblica alla quale stavapartecipando la Eriches29 dello stesso Buzzi e sulla qualeconvergevano gli interessi del sodalizio indagato". Nel merito- si legge negli atti dell'inchiesta - "si rileva che nel corsodi una telefonata intercorsa tra Massimo Carminati e Buzzi,quest'ultimo riferiva di una persona 'al Quirinale' che avrebbedovuto incontrare in relazione 'all'audizione in Prefettura sulCara di Castelnuovo di Porto'". Il 24 settembre 2013 De Pascalichiamava Buzzi per informarlo che a breve gli avrebbero dato"il seguito alla... diciamo all'appalto che avete vinto... telo volevo dire... speravo di anticipare la chiamata perche'l'ho saputo, ecco, questa mattina, e quindi ero qui a studio,ho detto 'fammelo chiamare a Salvatore, speriamo non l'abbianoancora chiamato', cosi' ho detto se non altro gli anticipo lanotizia". Buzzi ringraziava e De Pascali concludeva esprimendola massima disponibilita' nei suoi confronti: "Noi ci siamoconosciuti da poco ma e' inutile dirti che qualsiasi cosa dicui possa aver bisogno, ecco, basta... basta che me lo dici".Quattro giorni dopo De Pascali contattava Buzzi peranticipargli l'esito della gara in parola: "La settimanaprossima, champagne e ostriche" e proseguiva : "Ho avuto,ripeto, non c'era bisogno perche' la persona che avevointeressato era di primissimo livello e non mi raccontanocazzate e oggi mi ha confermato guarda sono preoccupato perche'non e' ancora arrivato nulla e lui mi ha detto, testualiparole, 'Giampaolo non c'e' nessun problema perche' l'ho vistaio la firma e loro lo dovrebbero ricevere a giorni'". Il 30 settembre Buzzi informava De Pascali, tramite sms, diaver ricevuto la 'conferma ufficiale, abbiamo vinto', e DePascali rispondeva: 'nn avevo dubbi, ormai la situazione erablindata'. Indicativa e' poi una conversazione tra i duenell'estate del 2014 con l'appuntato che diceva "...da quandoci sono io ci sono mai stati problemi?" e Buzzi "oh, ma lo saiche la Guardia di Finanza ha concluso l'ispezione non hatrovato nulla, nulla, c'ha fatto i complimenti". E De Pascali:"E secondo te, perche'...?". Per la Cassazione l'inchiesta su Mafia Capitale e'un'associazione di stampo mafioso. Ne e' convinta la sestasezione penale, come si evidenzia nelle motivazioni dellesentenze, depositate oggi, con cui il 10 aprile scorso vennerorigettati i principali ricorsi di numerosi personaggi coinvoltinell'indagine, tra cui Salvatore Buzzi. "Ai fini dellaconfigurabilita' del reato di associazione per delinquere distampo mafioso - scrive la Suprema Corte - la forzaintimidatrice espressa dal vincolo associativo dalla qualederivano assoggettamento ed omerta' puo' essere diretta tanto aminacciare la vita o l'incolumita' personale, quanto, anche osoltanto, le essenziali condizioni esistenziali, economiche olavorative di specifiche categorie di soggetti". Per i giudicidi piazza Cavour, che affermano nelle sentenze un nuovoprincipio di diritto, "ferma restando una riserva di violenzanel patrimonio associativo, tale forza intimidatrice puo'venire acquisita con la creazione di una strutturaorganizzativa che, in virtu' di contiguita' politiche edelettorali, con l'uso di prevaricazioni e con una sistemicaattivita' corruttiva, esercita condizionamenti diffusinell'assegnazione di appalti, nel rilascio di concessioni, nelcontrollo di settori di attivita' di enti pubblici o di aziendeparimenti pubbliche, tanto da determinare - si spiega nellesentenze - un sostanziale annullamento della concorrenza o dinuove iniziative da parte di chi non aderisca o non siacontiguo al sodalizio". .
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