(AGI) - Roma, 4 dic. - "Io Carminati non l'ho mai conosciuto".L'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso di parlare eraccontare la sua verita' negli studi di 'Porta a porta'. Lepersone strettamente legate al presunto capo del sistemamafioso su cui indaga la Procura "sono persone che hanno avutoun percorso diverso e anzi antagonista rispetto al mio e aquello del Movimento sociale italiano", ha detto Alemannoribadendo di non aver mai conosciuto Carminati "soprattutto inquella fase" della sua vita. "Sapevo che era un ex detenuto cheaveva scontato la pena e anche un imprenditore", ha conclusol'ex sindaco. L'ipotesi di sciogliere il Comune di Roma e "dinominare un commissario oggi sarebbe necessaria, e la pensocosi' gia' da prima di questa vicenda", ha detto l'ex sindaco. Il consiglio comunale andrebbe sciolto, secondo Alemanno,"non per infiltrazioni mafiose ma perche' conviene a tutti perfermarsi un momento e riflettere" su "un'oggettiva debolezzadella politica romana".
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L'idea dell'ex sindaco e' quindi quelladi "un autoscioglimento". Poi, parlando della sua situazionepatrimoniale, Alemanno ha raccontato: "Sono uscitodall'esperienza di sindaco di Roma piu' povero di prima: hodovuto vendere una casa e contrarre un mutuo perche' il Pdl nonmi ha aiutato nella campagna elettorale". Gianni Alemanno,parlando a 'Porta a porta' dell'inchiesta sulla mafia nellacapitale ha ammesso che la sua fondazione 'Nuova Italia' haricevuto "complessivamente 75 mila euro, tutti dichiarati etracciati, dal Consorzio di cooperative" guidato da SalvatoreBuzzi considerato dalla procura il braccio economico del bossMassimo Carminati.
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Elencando le spese della sua campagnaelettorale per la tentata rielezione a sindaco, Alemanno hariferito di aver speso due milioni di euro, di cui 1,5 milionedi finanziamenti e 500 mila euro di debiti personali". L'exprimo cittadino ha infine precisato che "i contributi alla miafondazione sono contributi per attivita' assolutamente lecite".
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In quanto a Salvatore Buzzi, il presunto contabile dellacupola romana, Alemanno ha detto che "era il principaleesponente della Lega delle cooperative a Roma, e' statocresciuto dalla sinistra e ha raggiunto il massimo diespansione con le giunte di sinistra". Pur ammettendo "contattiquotidiani" tra i suoi stretti collaboratori e l'imprenditore,Alemanno ha sottolineato che "noi abbiamo tentato diridimensionarlo un minimo". La sua cooperativa '29 giugno'"gestisce un solo campo nomadi a Roma su quindici", hacontinuato l'ex sindaco e "aveva appalti da prima del nostroarrivo e bisognava solo decidere se ridimensionarli o meno".
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Inoltre, ha concluso Alemanno, "le scelte riguardo ai nomadierano fatte dal commissario di governo, il prefetto di Roma, equindi non esiste l'equazione per cui il piano nomadi sia statogestito da un'organizzazione criminale". Alemanno harivendicato di avere "una storia di lotta alla mafia e, quandoero sindaco, ho chiesto piu' volte a vertici delle forzedell'ordine, prefetto, questore e Procura se ci fosseroinfiltrazioni mafiose in citta': finche' non e' arrivato ilprocuratore Pignatone mi e' sempre stato risposto che la mafiaa Roma non esisteva".