CdV - Un breve video di una risata senza freni che ha coinvolto Papa Francesco e il primate anglicano Justin Welby testimonia la confidenza e il clima di amicizia tra i capi delle due grandi chiese cristiane. A farli ridere è stata una battuta riguardante la differenza tra qualcuno (probabilmente parlavano di un liturgista, ma le varianti possibili sono moltissime) e un terrorista. "Con il terrorista si può discutere", ha detto Welby e il Papa è scoppiato a ridere seguito in questo dal primate anglicano che si è prodotto in un movimento oscillatorio tra lo schienale della sua poltrona e lo scrittoio del Papa, aumentando l'effetto esilarante della battuta.
Brotherly Love, Brotherly Laugh#PopeFrancis with @JustinWelby #Anglican #Catholic pic.twitter.com/HMh5H0LsaY
— Greg Burke (@GregBurkeRome) 6 ottobre 2016
"Dialogo con anglicani verso Chiesa unita"
"Ieri sera abbiamo celebrato i Vespri, stamani avete pregato qui, sulla tomba dell'Apostolo Pietro: non stanchiamoci di chiedere insieme e insistentemente al Signore il dono dell'unità. Questo è il tempo in cui il Signore ci interpella, in modo particolare, a uscire da noi stessi e dai nostri ambienti, per portare il suo amore misericordioso a un mondo assetato di pace. Aiutiamoci gli uni gli altri a mettere al centro le esigenze del Vangelo e a spenderci concretamente in questa missione". Sono parole di Francesco alla delegazione guidata da Welby, con il quale ha avuto oggi un colloquio privato dopo i due gesti compiuti insieme ieri pomeriggio: l'apertura della Conferenza mondiale su fede e sport e i vespri a San Gregorio al Celio. "Grazie per la vostra presenza. E' un bellissimo segno fraterno vedere i primati di cosi' tante Province della Comunione Anglicana insieme a Vostra Grazia qui a Roma. Abbiamo solennemente commemorato il 50esimo anniversario dello storico incontro tra il Beato Paolo VI e l'Arcivescovo Michael Ramsey".
Secondo Francesco, il dialogo in questo mezzo secolo "ha portato molto frutto: basti pensare alla nascita del Centro Anglicano a Roma, alla nomina del rappresentante permanente dell'Arcivescovo presso la Santa Sede e all'inizio del nostro dialogo teologico, di cui è segno il volume che raccoglie i cinque documenti della seconda fase dell'ARCIC (1982-2005)". "Nel condividere questi frutti pensiamo - ha sottolineato Francesco - che provengono da un albero che ha le sue radici nell'incontro di 50 anni fa", seguito dalle successive occasioni "di incontro e scambio, cosi' come la riflessione e i testi comuni": un cammino che ci racconta "di cristiani che, per fede e con fede, si sono ascoltati e hanno condiviso tempo e forze". In questo modo, ha osservato il Papa, "è cresciuta la convinzione che l'ecumenismo non e' mai un impoverimento, ma una ricchezza; è maturata la certezza che quanto lo Spirito ha seminato nell'altro produce un raccolto comune". "Facciamo tesoro di questa eredità e sentiamoci ogni giorno - ha concluso Bergoglio con un'esortazione - chiamati a donare al mondo, come chiesto da Gesù, la testimonianza dell'amore e dell'unità tra noi". (AGI)