Italia paese per vecchi: nascite giu' del 3, 7% nel 2013
ADV
ADV
Italia paese per vecchi: nascite giu' del 3, 7% nel 2013

Italia paese per vecchi: nascite giu' del 3, 7% nel 2013

di lettura
(AGI) - Roma, 1 ott. - L'Italia diventa sempre piu' un paese divecchi e per vecchi. Nel 2013, difatti, si e' registrata unariduzione delle nascite del 3,7% rispetto al 2012, con il tassodi natalita' calato da 9 a 8,5 nati per mille abitanti. Il datoe' emerso dall'indagine della Censis "Diventare genitori oggi",presentata questa mattina presso la Biblioteca del Senato. Inumeri risultano ancora piu' allarmanti se confrontati conquelli degli anni pre-crisi: nel 2008 i neonati furono 576.659,nel 2013 appena 514.308. Oltre alla crisi, a pesare sulledifficolta' di procreazione degli italiani c'e' anchel'insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno dellafamiglia. Il 61% degli italiani e' infatti convinto che lecoppie sarebbero piu' propense ad avere figli se migliorasserogli interventi pubblici. Sgravi fiscali e aiuti economicidiretti sono le principali richieste (71%), il 67% segnalal'esigenza di potenziare gli asili nido, il 56% fa riferimentoad aiuti pubblici per sostenere i costi per l'educazione deifigli (rette scolastiche, servizi di mensa o di trasporto). Laconsapevolezza della denatalita' e' molto elevata, l'88% sa cheoggi si fanno pochi figli e per l'83% e' la crisi che rendepiu' difficile la scelta di avere un figlio. Questa percentualesupera il 90% tra i giovani fino a 34 anni, coloro chesubiscono maggiormente l'impatto della crisi e allo stessotempo sono maggiormente coinvolte nella decisione dellaprocreazione. Guardando alla famiglia e alle sue nuove forme,il 46% degli intervistati ritiene legittimo per i single averela possibilita' di diventare genitore e il 29% pensa sia giustoanche per le coppie omosessuali. Giudizi sui quali, sottolineainfine il Censis, la fede religiosa ha un'influenza limitata:e' d'accordo il 43% dei cattolici praticanti nel primo caso eil 23% nel secondo. Numeri positivi, invece, nei giudizi sullafecondazione eterologa. Quattro italiani su dieci, infatti,danno proprio via libera. La percentuale cala al 30% tra chi sidichiara cattolico praticante, per salire al 65% tra i noncredenti. Piu' elevate le percentuali dei favorevoliall'inseminazione omologa in vivo e in vitro. Sul temadell'eterologa, inoltre, il 35% e' favorevole alla diagnosipre-impianto (il 29% tra i cattolici praticanti), ma solo il14% concorda con la possibilita' di ricorrere alla maternita'surrogata (il cosiddetto "utero in affitto") e appena il 9,5%e' favorevole alla possibilita' di scegliere in anticipo ilsesso del nascituro. In ogni caso, regna molta disinformazionesulle modalita' per ricorrere a questo tipo di pratiche: solol'11% del campione ha affermato di sapere che in Italia esisteuna legge che regola la materia. Questa piccola percentualeda', della Legge 40, un giudizio nel complesso non positivo,soprattutto per la sua applicazione differenziata sulterritorio nazionale e per le limitazioni poste alle coppie. Lamaggioranza, infine, ritiene che dovrebbe essere modificata.(AGI)
ADV