In 25 anni persi 3 milioni di copie di quotidiani, crescono i siti web
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In 25 anni persi 3 milioni di copie di quotidiani, crescono i siti web

In 25 anni persi 3 milioni di copie di quotidiani, crescono i siti web

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(AGI) - Roma, 5 dic. - Nel 1990 erano poco meno di 7 milioni lecopie di quotidiani vendute ogni giorno in Italia, ed era ilrecord storico; oggi siamo sotto i 4 quattro milioni. Unadiscesa continua, quasi inarrestabile, senza possibilita' nondi fermarla ma almeno rallentarla. E l'occupazione deigiornalisti ne ha risentito. Non a caso la quota di italianiche fanno a meno dei mezzi a stampa nella propria 'dietamediatica' e' salita a quasi la meta' della popolazione(precisamente, il 47%). C'e' invece un 20,8% della popolazioneche legge i quotidiani online e il 34,3% i siti d'informazione.I lettori di quotidiani online piu' forti appartengono allafascia d'eta' adulta (tra i 30-44enni il dato raggiunge il31,8%). E i siti web di informazione non legati direttamente aiquotidiani sono preferiti anche dai piu' giovani (il 43% tra 14e 29 anni, il 52,4% tra 30 e 44 anni). Dati che sono nel48ˆ Rapporto annuale del Censis sulla situazione socialedel Paese. A voler fare un confronto tra i dati relativi allevendite di copie cartacee dei quotidiani e agli abbonamenti deiloro corrispondenti digitali prendendo a riferimento luglio2013 e il corrispondente mese del 2014, ecco subito evidentecome le prime abbiano continuato il loro trend in discesa, conun calo del 9,8%, mentre i secondi hanno fatto registrare unincremento del 57% (+186.000 unita'). E questo ha determinatoun cambio di paradigma anche all'interno delle redazionigiornalistiche: si registrano flessioni nel numero deigiornalisti occupati in tutti i segmenti del settoreeditoriale. Nel 2013 il calo piu' pronunciato si e' registratonei periodici (-7,7%), seguiti dai quotidiani (-5,6%) e dalleagenzie di stampa (-3,9%). In media, il ridimensionamento dellaforza lavoro giornalistica e' stato del 6,1%, in valoreassoluto pari a 602 unita' lavorative nei confronti dell'annoprecedente. Tra il 2009 e il 2013 il numero dei giornalisti'fuoriusciti' - non appare casuale la scelta di questo termineda parte del Censis - dal settore dell'editoria giornalisticae' stato di 1.662 unita', di cui 887 nell'area dei quotidiani(-13,4%) e 638 in quella dei periodici (-19,4%). Il fatto cheil numero di iscritti all'Ordine dei giornalisti restisostanzialmente invariato (112.046 contro i 110.966 del 2011,con un aumento dell'1% circa), non significa che non sianocambiate pero' le condizioni alle quali i giornalisti lavorano.Tra il 2000 e il 2013 si e' ridotto il lavoro dipendente(-1,6%) ed e' cresciuto quello autonomo (+7,1%). Se nel 2000 illavoro autonomo era svolto da poco piu' di un giornalista sutre, nel 2012 i giornalisti freelance sono diventati 6 su 10.In questo quadro ecco affermarsi nelle realta' locali lacosiddetta 'informazione policentrica di prossimita'', ovverouna marcata presenza degli strumenti mediatici a disposizionedei cittadini in un sistema. Presenza che va dal recupero delletestate locali alla sperimentazione delle tante forme di webcommunity, in cui dare valorizzazione alle vicende dellesingole realta' territoriali e alle diverse componenti socialiche animano la periferia territoriale, anche al di la' dei soliavvenimenti di cronaca e delle ricorrenti congiunturepolitico-elettorali. Ed ecco che a livello locale si contanopiu' di 500 televisioni attive, oltre 1.000 emittenti radio,piu' di un centinaio di quotidiani, una miriade di testate webe blog. L'apprezzamento del pubblico verso questo tipo diinformazione emerge con evidenza dai dati: l'82,4% degliitaliani dichiara di aver fatto ricorso a un mezzo diinformazione locale negli ultimi sette giorni. E anche qui, alivello locale, resta comunque la televisione il dominus dellascena mediatica: con il 68,9% di utenti, il tg regionale dellaRai e' il mezzo piu' usato. Seguono le tv locali private, conil 51,6% di utenza, e i quotidiani locali (40,2%), che siconfermano il terzo mezzo piu' seguito. Le radio locali sonoseguite da poco piu' di un terzo della popolazione (37,4%).L'utenza delle testate locali online si attesta all'11,8%. Esono significativi i giudizi espressi dagli italiani in meritoalle qualita' dei media locali. I soggetti piu' istruiti,diplomati e laureati li apprezzano perche' li sentono piu'vicini alla loro realta' quotidiana (69%), perche' forniscononotizie utili (39,8%) e perche' e' piu' facile entrare incontatto con le loro redazioni (23,1%), a testimonianza di uninteresse verso i mutamenti in corso nel territorio in cuiinserirsi attivamente, nonche' della necessita' di avere unrapporto diretto con i soggetti territoriali (associazionismosociale, rappresentanze imprenditoriali e categoriali,amministrazioni pubbliche come Regioni, enti locali, ecc.). Lepersone meno istruite li considerano piu' credibili (23,7%) epiu' professionali (14,6%): in questi media cercano soprattuttoun'informazione piu' semplice e vicina. (AGI).
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