Immigrati: altri 247 soccorsi nel Canale di Sicilia
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Immigrati: altri 247 soccorsi nel Canale di Sicilia

Immigrati: altri 247 soccorsi nel Canale di Sicilia

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(AGI) - Palermo, 19 lug. - Altri 247 immigrati sono statisoccorsi nel pomeriggio dalla Marina militare nel Canale diSicilia a Sud di Lampedusa. La nave "Espero" ha imbarcato iprofughi che viaggiavano su un barcone. Tra loro 23 donne e 13bambini. A distanza di poche ore dal primo arresto di unoscafista, la polizia i Ragusa ha eseguito un secondo fermo, acarico di un altro tunisino, Naser Maa. E' accusato di averpilotato il barcone di 229 immigrati, cittadini di Bangladesh,Mali, Ghana, Gambia, Costa D'Avorio e Senegal, giunti aPozzallo (Ragusa) ieri sera con la nave "Oreste Corsi" dellaCapitaneria di Porto che li aveva soccorsi. L'indagato e' statoincastrato da un video da lui stesso realizzato durante latraversata. "Ho girato il video per ricordo, volevo tenere conme queste immagini perche' sapevo che avrei rischiato sia dimorire che la galera una volta giunto in Italia", ha detto ilfermato. Il tunisino ha ricevuto un compenso di 4.500 dollari.Secondo quanto hanno riferito, tutti i 229 profughi sitrovavano in Libia ma in capannoni diversi e quando toccava aloro partire, venivano tutti svegliati e traportati su furgonitelonati nei pressi di una piccola spiaggia. Tra i racconti,quello di un giovane del Bangladesh, che aveva pensato dirifiutare il viaggio ed e' stato chiuso sotto coperta: "Sonostato in Libia negli ultimi diciotto mesi per lavorare ed avere maggiore sicurezza economica, perche' volevo andare inItalia. Cosi' ho messo da parte il denaro necessario che avreidovuto corrispondere alle organizzazioni criminali libiche.Tramite un mio connazionale, anch'egli impiegato a Tripoli comeoperaio edile e che conosceva un personaggio che si interessadei viaggi clandestini e diretti in Italia, mi sono procuratoun posto per effettuare la traversata. Al mio connazionale -hacontinuato lo straniero- ho consegnato 1.200 dollari, sommacorrispondente alla richiesta del trafficante libico. Sonostato uno dei primi a salire sull'imbarcazione in legno sullaquale ho notato la presenza di tre personaggi libici chedavano disposizioni circa il posto che ciascuno di noi dovevaoccupare. Io sono stato sistemato nella stiva, esattamente apoppa, vicino al motore. L'imbarcazione sulla quale sono salito non era in buone condizioni ed era piccola per trasportare tutte le persone presenti tanto che ho temuto per la miaincolumita'. Per questo motivo ho pensato di rinunciare alviaggio, ma non l'ho fatto perche' avevo fatto tantisacrifici per procurami i soldi per la traversata ed ero sicuroche i libici non me li avrebbero restituiti in caso dirinuncia. Il sovraffollamento sull'imbarcazione -ha ricordatol'immigrato- era effettivamente eccessivo e cio' avrebbe potutopregiudicare da un momento all'altro la vita di tutti quanti.Non ci e' mai stato somministrato cibo ed io ho bevutol'acqua che avevo gia' portato con me all'interno di una bottiglia. Chi, come me, stava nella stiva aveva maggioriproblemi in quanto, appena l'ambiente si e' riempito, unlibico ha chiuso il boccaporto. Molti di noi, me compreso, abbiamo cominciato a piangere dalla disperazione a causa dellamancanza d'aria e dell'alta temperatura. Infatti, dopo circa cinque ore di navigazione che a me sono parse interminabili, qualcuno ha aperto il boccaporto. Tutto sino all'avvicinarsidella nave della Guardia Costiera che ci ha soccorsi. Siamostati trasbordati tutti e, benche' molto stremati fisicamente,nessuno degli occupanti ha perso la vita". .
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