Roma - "Qui siamo a casa": lo ha detto uno dei tre imam presenti questa mattina per la messa nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, a Roma, dove come in altre citta', da Torino a Napoli, i musulmani hanno risposto all'appello di solidarieta' interreligiosa dopo l'omicidio del sacerdote Jacques Hamel sull'altare della sua parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray, nei pressi di Rouen in Francia."Siamo venuti qui per dire ai nostri fratelli cristiani che siamo fratelli. Il terrorismo non appartiene a nessuna religione, e' nemico di tutti noi", ha aggiunto il religioso islamico. Gli imam che hanno partecipato alla preghiera nella storica chiesa trasteverina sono i responsabili delle moschee di Centocelle, della Magliana e di via Candia. Uno di loro ha pronunciato un breve messaggio dall'altare. "E' importante testimoniare la nostra unita' - ha affermato - il terrorismo e' un pericolo globale e dobbiamo unirci per affrontarlo. Se il terrorismo riesce a dividerci ha vinto".
Il presidente della comunita' palestinese di Roma, Salameh Ashour, anch'egli presente in chiesa, ha sottolineato che dall'iniziativa viene "un messaggio di amore e fratellanza. Sono certo - ha proseguito - che il sacerdote ucciso ha chiesto a Dio perdono per il suo assassino. Il profeta Maometto - ha ricordato Ashour - ospito' nella moschea di Medina un gruppo di cristiani venuti dallo Yemen e consenti' loro di celebrare messa e pregare nella moschea. Oggi qui - ha concluso Ashour - abbiamo ricevuto un'accoglienza non formale ma con il cuore". A Milano la preghiera interreligiosa si e' svolta nella chiesa di Santa Maria in Caravaggio e tra gli imam presenti c'era Abd Al Sabur Turrini, presidente della Coreis (Comunita' religiosa islamica) che ha promosso l'iniziativa: "La nostra e'una vicinanza fraterna che viene espressa davanti alla chiesa cattolici. E' un sostegno alla sacralita' della vita e della fede", ha affermato Turrini. .