Ilva: commissario Gnudi chiede alle banche 650 milioni di euro
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Ilva: commissario Gnudi chiede alle banche 650 milioni di euro

Ilva: commissario Gnudi chiede alle banche 650 milioni di euro

Ilva: commissario Gnudi chiede alle banche 650 milioni di euro
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(AGI) - Taranto, 16 lug. - Ammonterebbe a 650 milioni di eurola richiesta che il commissario dell'Ilva, Piero Gnudi, haavanzato alle banche per il prestito ponte. Le banche con lequali il commissario ha avuto un incontro ieri a Milano sonoUnicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare. Si tratta degliistituti con cui l'Ilva ha in piedi da mesi una trattativa alfine di reperire nuove risorse che le consentano di superare lagrave crisi di liquidita' nella quale si trova. I 650 milioniche Gnudi avrebbe chiesto alle banche per l'Ilva sotto forma diprestito ponte sono quasi il doppio della cifra circolata inqueste settimane e si avvicinano di piu' a quello che il subcommissario dell'Ilva, Edo Ronchi (peraltro intenzionato a nonaccettare alcuna proroga dell'incarico) ha indicato comefabbisogno dell'azienda sia per la seconda parte del 2014 cheper il 2015. Ronchi, stimando i costi delle misuredell'Autorizzazione integrata ambientale attualmente incantiere, ha parlato di un fabbisogno complessivo di 800milioni, di cui 550 sino a giugno prossimo e 250 nella fasesuccessiva. E di prestito ponte per circa 7-800 milioni si eraparlato anche nei giorni delle trattative tra l'ex commissariodell'Ilva, Enrico Bondi - sostituito dal Governo ai primi digiugno proprio con Gnudi - e le stesse banche. Solo che a Bondile banche hanno sempre detto no, non condividendo il suo pianoindustriale basato sull'uso del preridotto di ferro inalternativa all'agglomerato di minerali, valutando lacontrarieta' manifestata dal gruppo Riva, azionista dimaggioranza dell'Ilva, e temendo infine un rischio fallimentoper l'azienda. Adesso con Gnudi commissario il quadro sipresenta un po' diverso in quanto, proprio per garantire lebanche, il Governo lo scorso giovedi' ha varato sull'Ilva unennesimo decreto - che ora dovra' essere convertito in legge -il quale fa della prededuzione il suo punto di forza. In altritermini, le banche sanno che prestando i soldi all'Ilva, sonopiu' "garantite" in caso di eventuale default aziendale. Laprededuzione, recita il decreto, e' subordinataall'autorizzazione dei ministeri Ambiente e Sviluppo economicoed e' valevole sia per la parte ambientale che per la gestionedell'esercizio aziendale. "Il ricorso alla prededucibilita' - si afferma nel testoche accompagna il decreto - e' volto a facilitare laconcessione del finanziamento e si giustifica in ragione degliinteressi di carattere generale che si intendono perseguire, inparticolare il risanamento ambientale e la continuita' evalorizzazione dell'impresa. Il raggiungimento di taliobiettivi giustifica la compressione dei diritti particolaridei creditori, la cui possibilita' di soddisfacimento e', inogni caso, rafforzata dalla continuita' dell'esercizio diattivita' di impresa". Se questa garanzia della prededuzione servira' ora adallentare i cordoni della borsa delle banche, e in che misura,e' cosa che si vedra' nei prossimi giorni. E' indubbio, pero',che si siano ritrovate di fronte una maggiore richiesta da parte diGnudi e le prime valutazioni avrebbero messo in evidenzaproprio la rilevanza della richiesta, probabilmente inattesa eritenuta anche impegnativa. In effetti, gli impegni cui l'Ilvadeve assolvere nei prossimi mesi sono tanti e rilevanti. Oltreai lavori per l'Aia, ci sono da pagare fornitori, imprese diappalto, che a Taranto reclamano uno scaduto di 46 milioni dieuro, materie prime e stipendi ai dipendenti. Gia' questo mese,per esempio, a conferma delle difficolta', l'Ilva ha potutopagare ai dipendenti solo gli stipendi di giugno e non anche ilpremio di produzione, quasi una quattordicesima che era inscadenza e che ora e' slittata ad agosto. Oggi alle 18.30, intanto, il ministro dello Sviluppoeconomico, Federica Guidi, incontrera' di nuovo, al Mise, isindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm dopo il confronto del3 luglio. Guidi parlera' del prestito ponte e del decretovarato dal Governo, che i sindacati contestano ritenendolo deltutto inadeguato alla critica situazione dell'azienda. Isindacati, infatti, oltre alla prededuzione del prestito ponte,attendevano anche misure per un utilizzo piu' immediato, aifini del risanamento dell'Ilva, delle risorse che la Procuradi Milano ha sequestrato ai Riva per reati fiscali e valutari(1,7 miliardi), misure che invece nel decreto non ci sono. A Taranto, infine, riparte oggi l'altoforno 5 ma si fermail 4. Lo stop, che riguardera' da venerdi' anche l'altoforno 2mentre rallenteranno l'attivita' le due acciaierie, e'conseguenza di un guasto verificatosi ieri ad uno dei modulidella centrale elettrica del siderurgico. Saranno necessaricirca 20 giorni di lavori nonche' la collocazione insolidarieta' di circa 100 addetti delle acciaierie 1 e 2.L'inattivita' di parte della centrale non permette aquest'ultima di "bruciare", per la successiva conversione inenergia, la stessa quantita' di gas di altiforni e cokerie. .
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