Il roaming non c’è più, ma all'estero occhio alle promozioni attive

I servizi attivi restano tali anche in caso di abolizione totale del roaming. Continuiamo a pagarli se non li disattiviamo

Il roaming non c’è più, ma all'estero occhio alle promozioni attive
 Foto: ZAK KENDAL / CULTURA CREATIVE
Roaming, telefonate estere (Afp)

E’ passato quasi un mese da quando, il 15 giugno scorso, abbiamo detto addio al roaming in Europa: il sovrapprezzo delle chiamate, degli sms e della navigazione internet oltre i confini italiani. Ma nonostante il Parlamento europeo lo abbia stabilito a chiare lettere, sono diversi i turisti che hanno visto inaspettatamente scendere il credito del telefono dopo aver navigato in rete o effettuato una telefonata.

Il roaming non c’è più, ma all'estero occhio alle promozioni attive
Foto: KARL-JOSEF HILDENBRAND / DPA
 Roaming, telefonate estere (Afp)

Una truffa? No, assicurano da Federconsumatori. Più semplicemente: “Se avevamo attivato una promozione per le chiamate all’estero, e non abbiamo provveduto a disattivarla, questa prevale sull’abolizione del roaming”. “Non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione che corrisponde a un sovrapprezzo dovuto al roaming. Ciò che abbiamo evidenziato sono però dei costi aggiuntivi legati a promozioni attive da tempo e da sospendere", spiegano da Federconsumatori. Come tutelarsi? “Basta chiamare il proprio operatore, verificare che non ci siano piani di telefonia per l’estero in essere e, in caso contrario, disattivarli”.

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Cosa rischia chi viola le regole sul roaming

Gli operatori che proveranno a dribblare le nuove regole sul roaming dovranno rimborsare gli utenti. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, “un emendamento alla legge di delegazione europea, approvato il 5 luglio dalla commissione Politiche dell’Unione europea della Camera, attribuisce nuovi poteri all’Authority per le comunicazioni per evitare che in modo più o meno nascosto le compagnie continuino a far pagare il sovrapprezzo roaming quando gli utenti usano il cellulare in un Paese della Ue diverso dal proprio”.

In particolare, l’Agcom potrà irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 120mila a 2,5 milioni di euro, ordinando l’immediata cessazione della violazione. E potrà condannare “l’operatore al rimborso delle somme ingiustificatamente addebitate agli utenti indicando il termine entro cui adempiere, in ogni caso non inferiore a trenta giorni”.