Il Papa in Albania, "gli estremisti travisano la fede. Non si uccide in nome di Dio"
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Il Papa in Albania, "gli estremisti travisano la fede. Non si uccide in nome di Dio"

Il Papa in Albania, "gli estremisti travisano la fede. Non si uccide in nome di Dio"

Il Papa in Albania, "gli estremisti travisano la fede. Non si uccide in nome di Dio"
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(AGI) - Tirana, 21 set. - "Nessuno pensi di poter farsi scudodi Dio mentre progetta e compie atti di violenza e disopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per leproprie azioni contrarie alla dignita' dell'uomo e ai suoidiritti fondamentali". Questa forte invettiva ha caratterizzatoil viaggio lampo di Papa Francesco a Tirana, dove il Ponteficeha ascoltato con le lacrime agli occhi le testimonianze di unsacerdote reduce dalle prigioni del regime e di una suora cheper 40 anni ha agito in incognito. Don Ernest Simoni, questo il nome del sacerdote di 84 anni,e' stato agli arresti per 27 anni, ed ha raccontato di aversubito violenza perche' volevano convincerlo ad esercitare ilsacerdozio staccandosi dalla Chiesa Cattolica. "Mi strinsero iferri ai polsi cosi' strettamente che caddi quasi morto", haraccontato il sacerdote al Papa, e lo speaker che lo avevapresentato poco prima ha detto al microfono: "Padre Santo inAlbania tanti sacerdoti sono morti per la loro fedelta' alPapa". Francesco e' rimasto colpito anche dall'esperienzaraccontata da una suora stimmatina 86enne, Marje Kaleta, cheper 40 anni ha continuato il suo apostolato in segreto,battezzando e facendo il catechismo a rischio della propriavita. "Ho svolto un servizio religioso, ma non so nemmeno iocome ho fatto", ha detto candidamente l'anziana suora. "Pensiamoci bene, oggi abbiamo toccato i martiri", ha poicommentato il Pontefice rivolto ai sacerdoti e religiosi riuntinella grande chiesa, rilevando che i due testimoni"raccontavano le cose con una semplicita' grande ma tantodolorsa". "Possiamo domandare loro come avete fatto asopravvivere a tanta tribolazione?. "Dio - ha affermato - liconsolava come fece con Pietro nel carcere, quando tutta laChiesa pregava per lui. Cosi' il Signore - ha assicuratoFrancesco - li consolo' perche' il Popolo di Dio, tante suoredi clausura, tante vecchiette pregavano per loro"."Discriminare in nome di Dio e' inumano. L'intolleranza versochi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie" rappresenta"un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si vamanifestando in diverse regioni del mondo", ha poi denunciatoil Papa nell'incontro con i leader delle altre religioni,all'Universita' Cattolica di Tirana - ha ripetuto che "nessunopuo' usare il nome di Dio per commetter violenza! Uccidere innome di Dio e' un grande sacrilegio! Discriminare in nome diDio e' inumano!". "Come credenti - ha spiegato - dobbiamo essereparticolarmente vigilanti affinche' la religiosita' e l'eticache viviamo con convinzione e che testimoniamo con passione siesprimano sempre in atteggiamenti degni di quel mistero cheintendono onorare, rifiutando con decisione come non vere,perche' non degne ne' di Dio ne' dell'uomo, tutte quelle formeche rappresentano un uso distorto della religione". SecondoFrancesco,"la religione autentica e' fonte di pace e non diviolenza" e d'altra parte "la liberta' religiosa non e' undiritto che possa essere garantito unicamente dal sistemalegislativo vigente, che pure e' necessario: essa e' uno spaziocomune, un ambiente di rispetto e collaborazione che vacostruito con la partecipazione di tutti, anche di coloro chenon hanno alcuna convinzione religiosa". Bisogna saper vedere, ha spiegato il Papa, "in ogni uomo edonna, anche in quanti non appartengono alla propria tradizionereligiosa, non dei rivali, meno ancora dei nemici, bensi' deifratelli e delle sorelle". "Chi e' sicuro delle proprieconvinzioni - ha sottolineato - non ha bisogno di imporsi, diesercitare pressioni sull'altro: sa che la verita' ha unapropria forza di irradiazione. Tutti siamo, in fondo,pellegrini su questa terra, e in questo nostro viaggio, mentreaneliamo alla verita' e come gruppi nazionali, culturali oreligiosi, ma dipendiamo gli uni dagli altri, siamo affidatigli uni alle cure degli altri". "Ogni tradizione religiosa, dalproprio interno, deve riuscire a dare conto dell'esistenzadell'altro. "Il rispetto dei diritti umani, tra cui spicca la liberta'religiosa e di espressione del pensiero, e' condizionepreliminare - ha ricordato Francesco davanti a 250 milapersone, cattolici e non solo, che hanno invaso per l'occasioneil centro di Tirana - per lo stesso sviluppo sociale edeconomico di un Paese". Infatti, "quando la dignita' dell'uomoviene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti egarantiti, fioriscono anche la creativita' e l'intraprendenza ela personalita' umana puo' dispiegare le sue moltepliciiniziative a favore del bene comune". Bergoglio si e' dunque "rallegrato" in modo particolare perquella che ha definito "una felice caratteristica dell'Albania,che va preservata con ogni cura e attenzione: la pacificaconvivenza e la collaborazione tra appartenenti a diversereligioni". In questo contesto, il Papa ha citato "la beataMadre Teresa e i martiri che hanno eroicamente testimoniato laloro fede: a loro va il nostro piu' alto riconoscimento e lanostra preghiera", ha detto affermando che "certamentegioiscono in Cielo per l'impegno degli uomini e donne di buonavolonta' nel far rifiorire la societa' e la Chiesa in Albania". Il Papa, dunque, ha messo in contrapposizione "il clima dirispetto e fiducia reciproca tra cattolici, ortodossi emusulmani" esistente in Albania, che ha definito "un beneprezioso per il Paese", con quanto avviene a causa del fattoche "da parte di gruppi estremisti, viene travisato l'autenticosenso religioso e vengono distorte e strumentalizzate ledifferenze tra le diverse confessioni, facendone un pericolosofattore di scontro e di violenza, anziche' occasione di dialogoaperto e rispettoso e di riflessione comune su cio' chesignifica credere in Dio e seguire la sua legge". Per Bergogliotra i diritti umani vi e' "in primo luogo quello alla vita edalla liberta' religiosa di tutti!". L'esempio dell'Albania, che ha riconquistato la liberta' daappena un quarto di secolo, "dimostra - ha affermato Francesco- che la pacifica e fruttuosa convivenza tra persone ecomunita' appartenenti a religioni diverse e' non soloauspicabile, ma concretamente possibile e praticabile". "La pacifica convivenza tra le differenti comunita'religiose - ha spiegato - e' un bene inestimabile per la pace eper lo sviluppo armonioso di un popolo. E' un valore che vacustodito e incrementato ogni giorno, con l'educazione alrispetto delle differenze e delle specifiche identita' aperteal dialogo ed alla collaborazione per il bene di tutti, conl'esercizio della conoscenza e della stima gli uni degli altri.e' un dono che va sempre chiesto al Signore nella preghiera"."Possa l'Albania - ha auspicato infine - proseguire sempre suquesta strada, diventando per tanti Paesi un esempio a cuiispirarsi!". All'arrivo a Tirana, questa mattina, quando ilPapa e' entrato nel palazzo, il presidente Bujar Nishani - haraccontato padre Lombardi - lo ha invitato a scrivere qualcosa,e cosi' ha scritto: 'al nobile popolo albanese il mio rispettoe l'ammirazione per il suo entusiasmo e la sua fraternita' nelportare avanti il paese". "Il presidente era emozionato di questo incontro edesprimeva gratitudine sottolineando che l'armonia religiosacontribuisce a rafforzare la democrazia", - ha spiegato padreLombardi che gli e' stato presentato dal Papa insieme aldirettore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. "Comemusulmano - ha aggiunto Lombardi - ha voluto ricordarel'importanza della presenza del Papa e il desiderio che la suapresenza sia benedizione per tutti gli albanesi". "Sonopresenti tanti musulmani. Ed e' stato spiegato che desideravanoricevere la benedizione del Papa", ha detto ancora ilportavoce. E "in una moschea importante di Tirana, la comunita'si e' raccolta in preghiera per la riuscita della visita delPapa", ha poi sottolineato Lombardi, rispondendo a domande deigiornalisti anche sulla sicurezza del Papa a Tirana. "Non c'e'stato nessun tipo problema di sicurezza. Tutto e' stato serenoe normale", ha assicurato. "Se il Pontefice scendesse dallajeep come fa a piazza San Pietro, e cominciasse a girare,sarebbe impossibile rispettare i tempi previsti", ha spiegatoinfine Lombardi. Il viaggio, ha poi concluso il gesuita, "nonha avuto nessuna finalita' ne' intenzione politica odiplomatica". (AGI).
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