Il Papa bacchetta i giornalisti, attenti alle calunnie
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Il Papa bacchetta i giornalisti, attenti alle calunnie

Il Papa bacchetta i giornalisti, attenti alle calunnie

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(AGI) - CdV, 15 dic. - "Sembra che tra i peccati la calunniasia piu' grave della disinformazione, ma non e' cosi' neimedia". Lo ha affermato Papa Francesco in un incontro con idipendenti dell'emittente televisiva della chiesa italiana "TV2000". "La disinformazione ti porta a credere soltanto unaparte della verita'", ha spiegato il Pontefice ringraziando dirigenti, giornalisti e operatori di TV2000 "per lo sforzo dionesta' professionale e morale che volete fare nel vostrolavoro". Per Papa Francesco se "i peccati dei media sono ladisinformazione, la calunnia e la diffamazione", il piu' gravee' la disinformazione perche' "spinge a dire la meta' dellecose, e questo porta a non potersi fare un giudizio precisosulla realta'". "Spesso - ha denunciato il Pontefice - lacomunicazione e' stata sottomessa alla propaganda, alleideologie, a fini politici o di controllo dell'economia e dellatecnica". Invece, ha spiegato, "cio' che fa bene allacomunicazione e' in primo luogo la parresia,cioe' il coraggio di parlare con franchezza e liberta'". Secondo il Pontefice, inoltre, "una comunicazione autenticanon e' preoccupata di 'colpire'". Infatti, ha spiegatonell'udienza a TV2000, "l'alternanza tra allarmismocatastrofico e disimpegno consolatorio, due estremi checontinuamente vediamo riproposti nella comunicazione odierna,non e' un buon servizio che i media possono offrire allepersone". Per il Papa, "occorre parlare alle persone intere:alla loro mente e al loro cuore, perche' sappiano vedere - hadetto - oltre l'immediato, oltre un presente che rischia diessere smemorato e timoroso del futuro". Una raccomandazioneche Francesco ha rivolto in particolare ai media cattolici che,ha ricordato, "hanno una missione molto impegnativa neiconfronti della comunicazione sociale: cercare di preservarlada tutto cio' che la stravolge e la piega ad altri fini".Ancora, per Bergoglio la buona comunicazione in particolareevita sia di "riempire" che di "chiudere". "Si riempie - haosservato - quando si tende a saturare la nostra percezione conun eccesso di slogan che, invece di mettere in moto ilpensiero, lo annullano. Si chiude - invece - quando alla vialunga della comprensione si preferisce quella breve dipresentare singole persone come se fossero in grado dirisolvere tutti i problemi, o al contrario come capriespiatori, su cui scaricare ogni responsabilita'". "Correresubito alla soluzione, senza concedersi la fatica dirappresentare la complessita' della vita reale - ha scandito ilPapa - e' un errore frequente dentro una comunicazione semprepiu' veloce e poco riflessiva". "Aprire e non chiudere" dunquee' "compito del comunicatore, che sara' tanto piu' fecondoquanto piu' si lascera' condurre dall'azione dello SpiritoSanto, il solo capace di costruire unita' e armonia". "Se siamoveramente convinti di cio' che abbiamo da dire, le parolevengono. Se invece siamo preoccupati di aspetti tattici, ilnostro parlare sara' artefatto e poco comunicativo, insipido".Del resto, ha concluso Francesco, "la liberta' e' anche quellarispetto alle mode, ai luoghi comuni, alle formulepreconfezionate, che alla fine annullano la capacita' dicomunicare". (AGI).
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