Chiuso un capitolo con la cattura di Igor Vaclavic il russo, il pericoloso latitante accusato di tre omicidi in Italia e di altrettanti in Spagna, ora c'è massima attenzione per chiudere il cerchio attorno a possibili complici o fiancheggiatori del killer serbo. La Procura di Bologna da mesi è al lavoro per individuare eventuali contatti (nuovi e del passato) che possano aver giocato un ruolo nella fuga di Norbert Feher, quello che poi si è scoperto essere il suo vero nome, all'estero. Già nei prossimi giorni potrebbero essere acquisiti nuovi elementi grazie all'analisi degli oggetti che il criminale aveva con sé durante la latitanza. Indagini sono state fatte in Serbia, Austria e Francia oltre che in Spagna, dove dall'estate scorsa i carabinieri erano presenti perché convinti che Igor si nascondesse nel Paese.
Sul fronte della giustizia, intanto, non si prevedono tempi brevi per l'estradizione in Italia di Norbert Fehrer poiché proprio in Spagna dovrà rispondere di tre omicidi. "La Spagna - aveva ricordato ieri il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato - non potrà non procedere per quanto riguarda i morti che ci sono verificati in quel Paese. Ci sarà la nostra richiesta di estradizione ma, come ovvio che sia, dovrà fare i conti per la tempistica con il fatto che la Spagna ha un procedimento penale per fatti gravissimi commessi in quel territorio".
Feher ha ucciso giovedì sera tre persone, due agenti della Guardia civil e un pastore, nei comuni spagnoli di Albalate del Arzobispo e Andorra. È scattata subito dopo una caccia all'uomo che poco prima delle 3 di venerdì mattina ha portato all'arresto nella zona di Teruel, dopo che 'igor il russo' ha avuto un incidente stradale. Solo dopo l'arresto, grazie alla verifica delle impronte digitali, è emerso che la persona fermata è Feher, nato a Subotica, in Serbia, il 20 febbraio del 1981, ricercato in Italia per aver ucciso l'1 aprile il barista di Budrio Davide Fabbri e l'8 aprile la guardia volontaria Valerio Verri, e per il tentato omicidio dell'agente della polizia provinciale Marco Ravaglia (Il Tempo).
Nei mesi della fuga sono stati certificati alcuni contatti con persone che operano nel mondo dei documenti falsi, in Francia. "Altri contatti, appunto, in Spagna, tra Madrid, Malaga e Valencia", scrive Quotidiano Nazionale. "Una zona che Igor conosceva, aveva già visitato in passato (come testimoniano anche i suoi post su Facebook) e le lettere dal carcere scritte a donne spagnole".
Ma risulterebbero anche contatti in Austria e gli inquirenti italiani hanno indagato a Vienna per giorni. "Contatti diretti e mediati, insomma, che hanno acceso i riflettori anche sul percorso solitamente fatto dalle badanti ungheresi verso l’Italia, attraverso l’Austria e sulle persone che operano in quel settore. Proprio l’Austria potrebbe essere stata la via di fuga usata da Igor per lasciare l’Italia e poi muoversi in Europa".
Secondo Quotidiano Nazionale la fitta rete di contatti che si sta ricostruendo in queste ore aprirebbe diversi scenari: "Potrebbe avergli dato un ‘passaggio’ un amico, in auto. Oppure un camionista, magari serbo, in un’ottica di solidarietà tra connazionali". Ma è assai difficile al momento avere certezza, ma alcuni vertici del comando provinciale dei carabinieri di Bologna si troverebbero in questo momento in Spagna per ricostruire la trama dei legami e degli spostamenti. "Occorre sapere dai colleghi spagnoli di quali e quanti cellulari Igor disponesse al momento dell’arresto. Cellulari intestati a persone a lui note che lo hanno aiutato e gli spostamenti di quelle utenze potrebbero essere decisive per ricostruire i mesi di latitanza".