Bolzano - Giornata tragica sulle montagne dell'Alto Adige con tre alpinisti morti, tutti altoatesini. Dopo il ritrovamento senza vita di Andreas Kopfsguter ed Helene Hofer ai piedi della Punta Santner nel gruppo dello Sciliar, nel pomeriggio un alpinista e' morto in Valle Aurina mentre stava ricercando assieme ad un amico dei minerali sul Piccolo Pizzo Rosso, una vetta di 3.290 metri della cresta di confine con l'Austria. A perdere la vita probabilmente causa un sasso che si e' staccato dalla parete sotto i suoi piedi facendolo precipitare nel vuoto per oltre 200 metri, Josef Andreas Rauchenbichler, 57 anni, comandante dei vigili del fuoco volontari di Cadipietra. Difficili le operazioni di soccorso anche perche' in quella zona non vi era copertura telefonica. Quando i soccorritori sono giunti sul posto hanno potuto solo constatare il decesso.
All'alba erano stati trovati i corpi senza vita di Andreas Kopfsguter, 25 anni di Villabassa in val Pusteria, ed Helene Hofer, 27 anni originaria Bressanone. Nella giornata di mercoledi' il forte richiamo della montagna e delle ascese verticali, gli aveva portati a compiere la scalata della Punta Santner, una delle due guglie che si trovano all'estremita' del famoso plateau dello Sciliar ma avevano deciso di percorrere la 'via Pepi-Schmuck', scalata considerata molto pericolosa con un grado di difficolta' non inferiore a 4 e con lunghi tratti di sesto grado superiore. I genitori non avendoli visti rientrare avevano lanciato l'allarme. Andreas ed Helene, entrambi esperti alpinisti (lui ha compiuto diverse importanti ascese anche all'estero), avevano deciso di intraprendere la difficile scalata che porta ai 2.414 metri della vetta della Punta Santner. La parte centrale della parete e' di quelle verticali (6^ grado), di quelle da brivido, di quelle dove non ci sono appigli naturali della roccia e dove servono chiodi in acciaio temprato e dati ad incastro per poter sia progredire in roccia che garantirsi la sicurezza. Tra le ipotesi, a causare tragedia potrebbe essere stato il cedimento di un chiodo forse impiantato male o reso labile dalla friabilita' della roccia. Non e' escluso che uno dei due abbia perso l'appiglio e sia caduto trascinando nel vuoto anche il compagno di cordata. I corpi senza vita dei due alpinisti sono stati trovati all'alba dagli uomini del soccorso alpino anche grazie all'ausilio dell'elicottero del 118 provinciale Pelikan 1. Ancora una tragedia per la famiglia Kopfsguter. Il 12 marzo scorso l'altro figlio, Christian di 21 anni, era morto travolto dalla valanga in valle Aurina assieme ad altre cinque escursionisti. (AGI)