Gabrielli a Ventimiglia, "porteremo i migranti da un'altra parte"
Il capo della Polizia rende omaggio all'agente stroncato da un infarto sabato durante i tafferugli, ma precisa: "i No Borders non c'entrano con la sua morte"

Roma - "Intensificheremo le operazioni di decompressione", in modo da "alleggerire la pressione" nell'area. E "alleggerire la pressione significa prendere le persone e portarle da un'altra parte". All'uscita dalla questura di Imperia, il capo della polizia Franco Gabrielli parla con i cronisti della situazione di Ventimiglia. "Abbiamo gia' programmato con prefetto e questore un piano teso a decomprimere - spiega -; purtroppo la compressione non dipende da noi, non e' difficile immaginare che i migranti continueranno a salire ma pur con tutte le difficolta' di questi ultimi mesi la situazione e' stata mantenuta a livelli non negativi soprattutto se la confrontiamo a quello che era un anno fa, con le persone sugli scogli e le immagini del nostro Paese in giro per il mondo. Oggi - sottolinea il capo della Polizia - c'e' un sistema di accoglienza degno di questo nome, queste persone non vogliono rimanere in Italia, i percorsi migratori prescindono dalla volonta' degli Stati ma a noi e' richiesto di gestire il pronto soccorso, non le cause" del fenomeno.
"Ormai da tempo la situazione è stata fronteggiata - prosegue Gabrielli - Mi rendo conto che ci sono degli episodi che attirano l'attenzione e ci si dimentica del tanto che e' stato fatto: ad esempio, la realizzazione di un posto dove dare accoglienza dignitosa a queste persone e la gestione di un flusso che e' rimasto pressoche' costante a fronte del fatto che invece moltissime persone stanno risalendo la penisola e molte ci vengono restituite dai colleghi francesi. Tutto questo è anche il frutto di un lavoro che non sempre è immediatamente percepibile e apprezzabile, ma gia' mantenere livelli di stabilita' implica trasferimenti, servizi programmazione". "Dietro queste vicende - conclude il capo della polizia - ci sono uomini e donne che da tempo stanno lavorando con grande abnegazione e grande sacrificio: il mio essere qui oggi era ed è, oltre ad un gesto di solidarietà umana nei confronti di una persona che non c'è più e dei suoi cari che lo piangono, anche un modo per ringraziare questi uomini e queste donne che stanno gestendo da tempo una situazione molto complessa e complicata".
"Noi non abbiamo rabbia nei confronti di nessuno", "credo che certamente addebitare la morte del nostro collega ai No border sia un esercizio in questo momento assolutamente poco serio". Il capo della polizia, Franco Gabrielli, in visita alla questura di Imperia dopo aver incontrato familiari e colleghi di Diego Turra (l'agente morto prima di una manifestazione a Ventimiglia), torna sulle tensioni di questi ultimi giorni al confine con la Francia. "E' ovvio - sottolinea Gabrielli - che questi signori che molto spesso sono professionisti dell'agitazione molto spesso hanno poco a che vedere con i drammi delle persone che loro dicono di rappresentare; credo siano piu' un motivo di complicazione della vita di questi poveri disgraziati, che pero' tratteremo e gestiremo, come e' giusto che avvenga, secondo il codice penale". Giusto "l'altro giorno - ricorda il capo della polizia - c'e' stata un'opera efficacissima per cui sono state fermate 13 persone che avevano intenti certamente non cordiali: mi rendo conto che i No border non sono ne' l'Islamic State ne' il Daesh per fortuna, ma in questo momento cosi' delicato anche certe manifestazioni non aiutano chi e' chiamato invece a dare adeguate risposte sotto il profilo della sicurezza". (AGI)