Coppia acido: parla il complice "Cosi' fu aggredito Savi"
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Coppia acido: parla il complice "Cosi' fu aggredito Savi"

Coppia acido: parla il complice "Cosi' fu aggredito Savi"

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(AGI) - Milano, 23 set. - Oggi in tribunale di Milano udienzanell'ambito del processo che vede imputato Alexander Boettcher.Il broker non ha avuto l'autorizzazione a dere a fianco deisuoi avvocati, uscendo dalla gabbia degli imputati. I giudicihanno motivato la loro decisione con la "pubblicita'dell'udienza, le condizioni logistiche dell'aula e lesussistenti esigenze di cautela sociale".e' il giorno della testimonianza di Andrea Magnani, presuntocomplice di Boettcher e Levato nelle aggressioni con l'acido.Il bancario scagiona Boettcher dall'essere l'esecutoremateriale del lancio, ma lo indica come lo "stratega" eracconta il pedinamento in auto. "Io di Alex ero amico - dichiara Magnani - lo dico alpassato perche' dopo quello che e' successo e' difficile possarimanere un'amicizia. Mi sono sentito raggirato da Alexander inquesta vicenda. Io e lui ci allenavamo insieme, avevamo glistessi interessi ma le nostre idee erano diametralmenteopposte, non parlavamo ne' di politica ne' di sessualita', inostri caratteri erano molto diversi, avevamo una visionediversa del femminile". Il presunto complice della coppia nega di essere stato il'basista' consapevole dei due aggressori e afferma di nonessere stato a conoscenza dell'aggressione a Stefano Savi puravendo accompagnato i due in via Quarto Cagnino, dove avvenneil blitz. Interrogato dal pm Marcello Musso, il giovane,laureato in Lingue e Letterature straniere alla Statale diMilano, da' la sua versione di quanto accadde la notte delprimo novembre 2014 quando Stefano Savi, studenteuniversitario, vene sfigurato con l'acido per un presuntoscambio di persona col fotografo Giuliano Carparelli. "Pensavo che quella sera Alex e Martina cercassero unapersona che testimoniasse a favore di lei nel processo sullapresunta violenza sessuale - dichiara Magnani - non chevolessero aggredire qualcuno con l'acido. Dell'aggressioneseppi solo quando venni convocato in Questura a gennaio. Horicevuto una chiamata alle 4 del mattino da parte di Alexmentre ero a casa con mia moglie. Io non dormivo, soffrod'insonnia. Sono sceso convinto di fare quattro chiacchiere etornare subito a casa con lui ma poi mi ha convinto a seguirlosenza dirmi dove saremmo andati". Ai due si aggiunge Marina"che indossava una felpa nera con cappuccio e aveva una borsanera con scritta rossa della marca Eastpack". I tre arrivano invia Quarto Cagnino, teatro dell'agguato, dove Alex avrebbespiegato a Magnani che "Martina doveva cercare una persona chefaceva parte della sua schiera di amici per chiedergli seavesse voluto testimoniare per lei nel processo nato dalla suadenuncia per violenza sessuale a carico di Antonio Margarito"."Le sembra possibile che la chiamano alle quattro del mattinoper andare a cercare un testimone?", domanda Musso a Magnani:"Il teste era in discoteca - ribatte lui - suppongo che Martinal'avesse chiamato per sapere dove si trovava". "Dissi ad Alex -prosegue Magnani nella sua ricostruzione - che non volevarestare fuori tanto e lui mi rassicuro' dicendomi che allecinque la discoteca avrebbe chiuso". Magnani spiega che dopoche Martina si fu allontanata alla ricerca del presunto teste,perse di vista dall'auto in cui era seduto anche Alex "per unbreve lasso di tempo" quando anche l'amico, dopo la ragazza, siincammino' in via Quarto Cagnino. Secondo questa versione, ilprimo a rientrare all'auto fu Alex, poi giunse Martina "cheaveva un po' di affanno, probabilmente perche' fece di corsa unpiccolo tratto di strada". .
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