Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip, (la società del ministero dell'Economia incaricata dell'acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche) punta il dito contro l'imprenditore Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio Matteo, e il parlamentare di Ala, Denis Verdini accusandoli di aver fatto pressioni per un appalto da 2,7 miliardi. Lo riporta un'anticipazione dell'Espresso che cita il verbale di interrogatorio di Marroni di fronte ai pm napoletani che indagano sulla Consip.
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"L'imprenditore Carlo Russo (proveniente dal mondo dell'industria farmaceutica, ndr) mi ha chiesto di intervenire su un appalto da 2,7 miliardi di euro per conto del babbo di Matteo e di Verdini" dice Marroni agli inquirenti Henry John Woodcock e Celeste Carrano "Mi dissero che erano gli arbitri del mio destino professionale" si legge sul sito del settimanale.
Marroni è stato interrogato il 20 dicembre come persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta sul bando di gara Facility Management 4, sul presunto sistema di corruzione messo in piedi dall’imprenditore napoletano Alfredo Romeo arrestato il 1 marzo e su eventuali sollecitazioni ricevute da politici e faccendieri.
In un'intervista a Repubblica all'indomani dell'arresto di Romeo, Marroni dice: "Da molti anni occupo posizioni che mi danno potere decisionale, così la gente pensa di potermi chiedere favori e che io possa farli. Il segreto è uno solo: non fare questi favori, lasciare che te li chiedano e non farli. Anche se dire no magari comporta un prezzo".
E sempre a Repubblica Alfredo Mazzei, commercialista napoletano oltre che noto esponente dell'ex area migliorista Pci, poi Pd, racconta di una cena a tre con Renzi padre, Russo e Romeo per parlare di affari.