In Italia la retorica dell’eroe è sempre in voga, noi italiani tendiamo a cercarne sempre di nuovi. Bertolt Brecht diceva: "Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi". Evidentemente non siamo granché beati.
Ricordate l’emergenza a bordo della Diamond Princess in Giappone? Ecco, l’eroe fu il comandante, Gennaro Arma che ha però rispedito al mittente l'epiteto: “Ho fatto solo il mio dovere”, ha aggiunto. Eroi sono stati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma, in vita e fino all'ultimo, sono stati osteggiati, relegati nell’isolamento totale (ricordate la lettera di alcuni cittadini palermitani?
Chiedevano di trasferire fuori dalla città i magistrati e le loro scorte). Le scorte, i carabinieri, i poliziotti. Anche loro vengono chiamati eroi, ma solo quando muoiono. Perché poi li fanno andare in giro con divise vecchie, macchine scassate e senza benzina, stipendi da fame. Sono eroi. Quando muoiono.
Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, osannato come eroe nella guerra (vinta) al terrorismo rosso, fu inviato in Sicilia, a Palermo, per lottare e sconfiggere la mafia. Risultato? L’eroe venne abbandonato. Per il periodo siciliano l’appellativo d’eroe non bastò a Dalla Chiesa a ricevere l’aiuto promesso da chi lo aveva voluto in prima linea. Venne ucciso. Così ritornò ad essere un eroe.
I nuovi eroi oggi sono i medici, gli infermieri, il personale che lavora nelle strutture sanitarie. Sono eroi perché stanno morendo in trincea. E perché? Perché sono, troppo spesso, senza i tanto famosi “Dpi” (Dispositivi di protezione individuali). Eroi perché muoiono. Eroi che, passata l’emergenza, saranno di nuovo abbandonati al loro destino. Sottopagati, mandati al massacro. Non sarebbe più semplice evitare la definizione di eroe e concentrarci sul dotarli dei dispositivi di sicurezza e stipendio?
"Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi", ma sfortunato il Paese in cui, non capendo più quale sia il proprio dovere, si cerca disperatamente un ‘capo popolo’, un capo carismatico, un elemento fuori dal comune o, semplicemente, qualcuno che possa salvarci. Qualcuno da abbandonare, fino alla prossima emergenza. Non vogliamo eroi, ma martiri.
Agli italiani piacciono i martiri, quelli mandati in prima linea a lottare anche per noi che non sappiamo cosa fare, che semplicemente non abbiamo il coraggio per essere “eroi” normali. Fino alla prossima emergenza, quando eroi saranno altri. I prossimi martiri, non noi.