L'emergenza coronavirus ci sta distogliendo da un problema enorme - nel nostro paese è "il problema" - quello dell'economia mafiosa. Paolo Borsellino chiedeva di "parlare di mafia", sempre e ovunque, proprio perché si rendeva conto di quanto le mafie, a maggior ragione nella nostra odierna distrazione, facciano affari. Quali? Si parta con quelli ad "alto livello": le mafie internazionali continuano a muoversi, in particolare nei porti come quelli del nostro Paese, o quelli del nord Europa (Anversa, Rotterdam) per far viaggiare i container con tonnellate di cocaina.
Dal macro (l'alto livello), si passa al micro, quello nazionale. Il business delle pompe funebri, i funerali, è dei più floridi, un settore da sempre oggetto di veri e propri monopoli mafiosi. L'altro settore dove le mafie hanno cercato di sfondare è quello della sanità. Se ciò non basta, ecco gli investimenti nelle aziende che raccolgono e smaltiscono i rifiuti, la penetrazione nelle ditte di trasporto, dell'agroalimentare. Il nostro elenco non è casuale, sono tutti "servizi essenziali" che non conoscono lockdown, sono tutti aperti.
Vi sono inoltre gli aspetti di quella "bomba sociale" di cui Roberto Tartaglia (oggi consulente della Commissione Parlamentare Antimafia e già Pm nel processo "Trattativa" a Palermo) ha parlato ieri all'AGI. Innanzitutto la mancanza di liquidità (le mafie non aspettano altro che colmarla con gli immensi capitali illeciti di cui dispongono) e ovviamente la consequenziale debolezza dei cittadini, spesso piccoli imprenditori, anche lavoratori in nero, che oggi sono privi di ammortizzatori sociali. Sono le più facili prede di strozzini e mafiosi, pronti ad assoldarli sia come "manodopera" che come "teste d'ariete" per investimenti a cavallo fra economia legale ed illegale.
Il problema di oggi è quello di domani, perché la ripresa del ciclo economico "normale" (per quanto sarà possibile nei prossimi mesi) sarà un altro affare per le mafie. Nel nostro Paese e nel mondo intero, quando l'emergenza sanitaria sarà superata, ci sarà la corsa per iniettare nel motore dell'economia denaro fresco. Ricostruzione è una parola che prende corpo mentre c'è già chi la richiede in deroga da norme stringenti, in nome della convinzione - implicita e dunque ancor più insidiosa - secondo cui "occorre ripartire, in qualsiasi modo e a qualsiasi costo". Gli affari delle mafie si nutrono di una speranza (per loro) e un errore (per noi): abbassare la guardia. Un grande, ennesimo, rischio da non correre quando si 'ripartirà'.