Cocaina: colpo alla 'Ndrangheta, 38 arresti tra Italia e Spagna
ADV
ADV
Cocaina: colpo alla 'Ndrangheta, 38 arresti tra Italia e Spagna

Cocaina: colpo alla 'Ndrangheta, 38 arresti tra Italia e Spagna

di lettura
(AGI) - Reggio Calabria, 17 giu. - Sono 38 le persone arrestatestamane dalla Guardia di Finanza, dalla Guardia Civil spagnola,dalla Dea americana in collaborazione con la C.B.P.statunistense, nell'ambito di un'operazione antidrogacoordinata dalla Dda di Reggio Calabria. L'operazione,denominata in codice "Santa Fe'", ha permesso agli inquirentidi smantellare un traffico internazionale di stupefacentigestito dalla 'ndrangheta. Nel corso delle indagini gli inquiremti hanno sequestratooltre quattro tonnellate di cocaina purissima. L'operazione e'stata condotta dai finanzieri del G.o.a. di Catanzaro, di GioiaTauro e del servizio centrale investigazione criminalita'organizzata diR oma (S.c.i.c.o.). Contestualmente , in Spagna,la Guardia Civil ha dato esecuzione ad ulteriori 4provvedimenti di cattura emessi dalla competente autorita'giudiziaria spagnola. Il filone italiano dell'inchiesta,diretta dalla direzione distrettuale antimafia di ReggioCalabria, ha evidenziato contatti, alleanze e collaborazionitra gruppi criminali della Locride, e in particolare dellacosca Aquino/Coluccio di Marina di Gioiosa Jonica, e gruppicriminali dell'area tirrenica reggina, in particolare le coscheAlvaro di Sinopoli e Pesce di Rosarno. L'organizzazione,secondo gli inquirenti, aveva come principali promotori diFrancesco Marte, Antonio Femia, Nicodemo Fuda ed i fratelliVincenzo e Giuseppe Alvaro , "punti di riferimento e capisaldistorici - sottolinea la Dda - del narcotraffico internazionalenella piana di Gioia Tauro, nella Locride e nel versantetirrenico aspromontano". I fratelli Alvaro, in particolare, sempre secondo gliinquirenti, grazie ai loro numerosi contatti con operatoriportuali al soldo del sodalizio, erano in grado di pianificareil recupero dello stupefacente occultato all'interno dicontainers trasportati sulle navi cargo in arrivo in vari portiitaliani. L'operazione italiana, per la specificita'dell'organizzazione indagata, si e' inserita nella piu' ampiaattivita' di livello mondiale condotta dalla D.e.a. americana,meglio nota come operazione "Angry pirate", svoltacontestualmente in diversi paesi. Le due inchieste hanno comedenominatore comune i medesimi fornitori e, in alcuni casi,anche gli stessi clienti. La collaborazione fra i finanzieriitaliani e le forze dell'ordine americane ha consentito dioperare in varie nazioni, tra cui Brasile, Argentina,Repubblica dominicana, Colombia, Spagna e Montenegro, doveerano radicati o i principali esponenti dell'organizzazionecalabrese indagata o personaggi ad essi collegati. Le indagini della D.e.a. in Sudamerica hanno portatoall'identificazione di numerose fonti di approvvigionamento dicocaina garantiti dai comandanti delle Forze armaterivoluzionarie della Colombia (Farc) che coltivano, producono edistribuiscono lo stupefacente in tutto il mondo. Il giorno diCapodanno al largo delle isole Canarie, in occasionedell'abbordaggio di un veliero, e sdtatos equestrato un caricodi 725 kg di cocaina destinati, in parte, alle consorteriecalabresi . In Argentina, durante i preparativi inerenti allaspedizione di un grosso carico di cocaina, sono emersi contattidella cosca Alvaro di Sinopoli con esponenti della malavitaserbo-montenegrina. Le indagini, nel loro complesso, hannopermesso di individuare i canali di rifornimento e diimportazione dello stupefacente, consentendo l'intercettazionedi numerosi carichi di cocaina diretti in vari porti italianied europei, tra cui principalmente quello di Gioia Tauro dovefondamentale e' stata la collaborazione fornita dalle fiammegialle. L'intera operazione ha permesso di infliggereall'organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto ilprofilo dei capitali investiti che, soprattutto, dei mancatiguadagni. La droga complessivamente sequestrata, infatti, unavolta lavorata ed immessa in commercio avrebbe fruttatoall'organizzazione circa un miliardo di euro. Colpito anche uningente patrimonio accumulato dai principali arrestati,costituito da beni immobili, ditte individuali, quotesocietarie ed autovetture anche di grossa cilindrata. Leindagini patrimoniali svolte dallo S.c.i.c.o. di Roma e dalG.i.c.o. di Catanzaro, hanno permesso di individuare in capoagli indagati ed ai loro familiari, tra il Lazio e la Calabria,circa 40 immobili (terreni e fabbricati tra i quali spicca unalussuosa villa ubicata in ostia antica) nonche' numerose ditteindividuali operanti in diversificati settori dell'ediliziaoltre a quote societarie. (AGI).
ADV