Cerved: nel 2014 si riducono le imprese protestate (-17, 3%)
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Cerved: nel 2014 si riducono le imprese protestate (-17, 3%)

Cerved: nel 2014 si riducono le imprese protestate (-17, 3%)

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Nel 2014 si e' ridotto significativamente il numero di aziendeprotestate e sono diminuiti i tempi di pagamento delle fatture.E' quanto emerge, in sintesi, dall'Osservatorio sui protesti ei pagamenti delle imprese nel quarto trimestre firmato daCerved, leader in Italia nell'analisi del rischio credito. Lostudio condotto sugli archivi relativi ai protesti e suPayline, il database di Cerved che raccoglie le abitudini dipagamento di oltre 2,5 milioni di operatori economici, mostracomportamenti piu' virtuosi anche nella PubblicaAmministrazione, che nel corso dell'ultimo anno ha ridottosignificativamente lo stock di fatture inevase. "Gli ultimi tremesi del 2014 confermano la positiva inversione di tendenzainnescata nei trimestri precedenti, sia sul versante deiprotesti che dei ritardi nei pagamenti. ' commenta GianandreaDe Bernardis, Amministratore Delegato di Cerved ' Sono due leragioni principali di questo miglioramento: la maggiore cauteladelle imprese nel concedere credito commerciale allecontroparti e la selezione naturale tra aziende meno solide,molte delle quali uscite dal mercato, e imprese virtuose.Queste ultime oggi appaiono meglio attrezzate per beneficiaredalla ripresa economica in atto." 2014: IN DECISO CALO LEIMPRESE PROTESTATE Prosegue nel 2014 il deciso calo di impreseprotestate, un trend iniziato nella seconda meta' del 2013 cheriporta il fenomeno vicino ai livelli precedenti la crisieconomico-finanziaria. Complessivamente, nel corso dell'ultimoanno sono quasi 35 mila le societa' con almeno un titoloprotestato nel corso dell'anno, in netta diminuzione rispettoalle 42 mila totali del 2013 (-17,3%). In generale, lacontrazione riguarda tutti i maggiori settori dell'economia esi manifesta diffusamente nelle 20 regioni italiane. A livellosettoriale, il comparto con la piu' intensa riduzione diaziende protestate e' l'industria che segna un ritorno al disotto dei livelli pre-crisi: nel 2014 sono circa 3,5 mila leimprese manifatturiere protestate, in calo del 22,5% rispettoalle 4,5 mila del 2013 e del 7,8% rispetto alle 3,8 mila del2007. I settori dei consumi, del sistema casa, della produzionedi mezzi di trasporto e della chimica, nonostante i progressi,presentano ancora un numero di protesti superiore ai livelliraggiunti prima del crollo economico globale. I livelli sonoinvece inferiori a quelli registrati nel 2007 nel sistema moda(-34,3%), nell'hi-tech (-26,4%), nei prodotti intermedi(-22,9%) e nella meccanica (-8,9%). A livello geografico, ilnumero di imprese protestate nel 2014 risulta in diminuzione intutte le regioni italiane. Il fenomeno appare piu' pronunciatonel Mezzogiorno e nelle Isole. In particolare il Mezzogiorno siconferma l'area con il maggior numero di protesti (14,4 mila),la piu' alta diffusione del fenomeno (2,3%) e il distaccomaggiore dai livelli pre-crisi (+30,7%). In termini regionali,la Lombardia e' la regione che torna piu' vicina ai livellitoccati prima del 2007 (+1,5%) mentre in Liguria (+5,1%) ePiemonte (+8,6%) questo divario rimane il piu' marcato.FORNITORI RIMBORSATI CON PIU' REGOLARITA' E TEMPESTIVITA' Ilcalo dei protesti si accompagna a una maggiore regolarita' neipagamenti delle imprese e della Pubblica Amministrazione. Nel2014, le imprese italiane hanno infatti liquidato piu'velocemente le fatture ai propri fornitori: 77,5 giorni,rispetto alla media di 79 giorni del 2013 e di 81 del 2012. Nelcorso degli ultimi due anni, inoltre, sono diminuiti sia itermini di pagamento concordati in fattura (che passano da 60,8giorni del 2012 a 58,9 del 2014), sia i giorni medi di ritardo(da 20,2 a 18,5 nell'ultimo anno). Analizzando i dati raccoltida Cerved per dimensione di impresa si nota che il forteirrigidimento delle scadenze osservato tra 2012 e 2014 hariguardato soprattutto microimprese e PMI, che ampliano cosi'il divario con le grandi aziende. Le realta' maggiori hannopagato le controparti in 88,7 giorni contro i 76,8 delle PMI ei 67,3 giorni delle microimprese, accumulando un vantaggio dioltre 20 giorni nella gestione della liquidita' rispetto allerealta' minori. A livello settoriale, l'accorciamento dei tempidi pagamento riguarda tutti i comparti dell'economia, con unatendenza piu' pronunciata nei settori che piu' stanno soffrendol'onda lunga della crisi: costruzioni e servizi. Inparticolare, nel terziario si osserva una marcata contrazionedei tempi di liquidazione: nel 2014 le fatture sono statepagate in 74,8 giorni, ovvero 1,3 giorni in meno rispetto al2013 e 3,7 giorni in meno rispetto al 2012. A livellogeografico, la riduzione tra 2012 e 2014 dei tempi di pagamentointeressa tutte le aree della Penisola. Il Nord Est si confermal'area piu' tempestiva nel liquidare le fatture: nel 2014 itempi di pagamento medio sono di 72,6 giorni, in calo di oltre1 giorno rispetto al 2012. Contribuiscono al risultato scadenzepiu' rigide e una riduzione ' seppur lieve - dei ritardi.All'opposto, il Mezzogiorno e' l'area piu' lenta a pagare (82,5giorni), soprattutto a causa dei ritardi accumulati (27,3giorni). I PAGAMENTI DELLA PA: RITARDI PIU' CHE RADDOPPIATIRISPETTO ALLE IMPRESE PRIVATE Secondo i dati del Ministerodell'Economia e delle Finanze, al 30 gennaio 2015 sono statisaldati 36,5 miliardi di debiti commerciali arretrati dellaPubblica Amministrazione, su un totale di 91 miliardi a fine2012 (stima Banca d'Italia). L'analisi di 122 mila fatturepresenti in Payline, emesse verso enti pubblici, evidenzia chei provvedimenti di sblocco del debito commerciale della PAhanno avuto effetti significativi, ma ancora non risolutivi: indue anni, il valore dello stock di fatture inevase si e' piu'che dimezzato, passando dal 67% della fine del 2012 al 32,4% difine 2014. Pur migliorando rispetto agli anni precedenti, ipagamenti sulle fatture di nuova emissione rimangono fortementeirregolari: in media la PA ha accumulato ritardi per 37,5giorni sulle fatture pagate, in netto calo rispetto ai 63,8 difine 2013 e ai 52,2 del 2012. Nonostante questi postivisviluppi, la PA rimane un cattivo pagatore rispetto alleabitudini delle imprese monitorate da Cerved: i fornitori dienti pubblici devono infatti affrontare ritardi piu' che doppirispetto a quelli di imprese private (18,5 giorni).
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