(AGI) - Napoli, 21 lug. - Un gruppo camorristicoparticolarmente violento e aggressivo, nato con il placet deiMoccia, ma subito interessato da una scissione interna. E' loscenario ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura diNapoli e dal Nucleo investigativo dei carabinieri partenopeoche ha portato all'emissione di 20 decreti di fermo di pm, 17dei quali eseguiti a carico della cosca che, dal rioneSalicelle di Afragola, ha cominciato a espandersi nei Comunivicini prima per volonta' di Nicola Luongo, il primo a prendereil comando, poi di Mariano Barbato, entrambi arrestati oggi. Barbato, per far comprendere bene chi comanda, manda ancheun 'gruppo di fuoco' davanti all'abitazione di Luongo persparare proiettili di avvertimento contro le finestre. Unadinamica di aggressione del territorio iniziata a gennaio eche, tra febbraio e marzo, vede anche i cadaveri di settecomponenti del gruppo, vittime dell'epurazione interna per ilcambio di equilibrio ai comandi, uccisi e bruciatinell'auto tra febbraio e marzo. Questi omicidi non sono pero'tra i reati contestati ai 17 fermati, che devono rispondere,oltre che di associazione a delinquere di stampo mafioso,soprattutto delle estorsioni capillari e con metodi violenti aimprenditori e commercianti.Nel mirino il business delle imprese funebri, attivita'particolarmente fiorente a Casoria che vede nei primi mesidell'anno una escalation di attentati dinamitardi contro molteditte che non vogliono piegarsi al 'pizzo'. I provvedimenti di fermo, spiega il dirigente della Mobile,Fausto Lamparelli, si sono resi necessari per la particolarepericolosita' del gruppo. Le indagini, portate avanti anche dal nucleo investigativo diCastello di Cisterna, riguardano il periodo da gennaio a luglio2014 e hanno mostrato l'espansione del gruppo da Afragola versoCrispano, Casoria, Caivano, Crispano e Cardito. Nel mirinodella cosca anche gli istituti di vigilanza privata, sottopostia estorsione. La conflittualita' interna e' testimoniata daultimo anche con l'omicidio di Mattia Iavarone, avvenuto loscorso 25 aprile a Caivano. Le modalita' violente diaggressione del territorio, secondo gli investigatori, vengonoscelte prima per riaffermare la presenza proprio dei Moccia dicui Luongo, che ha precedenti proprio come elemento di rilievodella 'famiglia' e' in qualche modo capo-zona, dato che i capistorici del clan sono stati arrestati o sono detenuti da tempo,poi per espandersi. La scissione avviene proprio per lemodalita' attuate per prendere il controllo delle attivita'illecite. I fermi attuati oggi sono ora al vaglio del gip. Gli uomini del nucleo investigativo di Castello di Cisterna,diretti dal maggiore Christian Angelillo, hanno arrestato 9persone, tra cui Nicola Luongo, 48 anni, il capozona dei Mocciapoi diventato capo della nuova cosca. La Squadra mobile haarrestato altri 8 affiliati, tra cui Mariano Barbato, 24 anni,l'uomo che ha deciso di sostituire Luongo al vertice delgruppo. Tra gli arrestati, nessuno supera i 50 anni d'eta' emolti sono poco piu' che ventenni. Nove misure cautelari di affiliati al clan Belforte diMarcianise per riciclaggio e intestazione fittizia di beni e ilsequestro del Centro direzionale Vanvitelli, complesso diedilizia residenziale in localita' Macello, via Fuccia, aMarcianise. E' il risultato di un'operazione congiunta dicarabinieri, guardia di finanza e polizia nel Casertano. Tra idestinatari dei provvedimenti, anche l'imprenditore AngeloGrillo, gia' detenuto per l'inchiesta dello scandalo sugliappalti truccati all'Asl di Caserta. Arresti per Luca diFuccia, Luigi Francese, Pasquale Lombardo, Eugenio Di Nuzzo,Francesco Picone, Concetta Marotta e Giuseppe Riganati.Indagati anche alcuni funzionari del Comune di Marcianise:Fulvio Tartaglione, Matteo Alberico d Angelo Piccolo. L'accusae' quella di aver riciclato i soldi del clan nella costruzionedelle "Vanvitelli" di via Fuccia composto da 80 appartamenti.Il complesso residenziale e' uno dei tanti investimenti nel'mattone' del clan Belforte per ripulire e mettere a frutto ildenaro proveniente dalle attivita' illecite. Le indagini, cheriguardano reati commessi tra il 1995 e il 2010 e che siavvalgono anche di collaboratori di giustizia, indicano che icapoclan fratelli Domenico e Salvatore Belforte finanziaronoillecitamente fin dall'inizio la costruzione del mega-complessoattraverso l'acquisizione e la demolizione di un vecchioopificio dismesso della Cavilfratta srl., sui cui terreni poisorse il Vanvitelli anche grazie a illegittime concessioni eautorizzazioni edilizie con la complicita' di tecnici eprofessionisti compiacenti. Nel tempo, poi, i vertici del clancercarono di evitare sequestri e confische alienando laproprieta' di diversi immobili. Oltre ai destinatari dellemisure cautelari eseguite, ci sono 13 indagati per riciclaggio,reimpiego di denaro e intestazione fittizia di beni.Contestualmente ai provvedimenti restrittivi, sequestrati anchebeni per 16 milioni di euro, tra cui 213 tra appartamenti,garage e locali commerciali del complesso e 11 unita'immobiliari, 19 rapporti bancari, due societa' e 8 quotesocietarie riconducibili agli indagati.