Blitz a Corleone: il custode e l'"ingegnere" tra i fermati
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Blitz a Corleone: il custode e l'"ingegnere" tra i fermati

Blitz a Corleone: il custode e l'"ingegnere" tra i fermati

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(AGI) - Palermo, 23 set. - Dal custode all'ingegnere, dalvivandiere all'esattore. Diverse le 'specializzazioni' deicinque arrestati nell'operazione 'Grande passo" deicarabinieri, scattata tra Corleone e Palazzo Adriano. Sonoaccusati di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento,turbata liberta' degli incanti e furto, reati aggravati dalmetodo mafioso. Ruolo di 'supervisore' e coordinatore degliaffari della famiglia di Palazzo Adriano l'aveva il boss diCorleone Antonino Di Marco, dipendente comunale, incensurato einsospettabile custode dell'impianto sportivo. Era il punto diriferimento e collegamento tra la cosca di Palazzo Adriano e ilmandamento mafioso di Corleone, definendo limiti territoriali,dissidi privati relativamente anche a pascoli e le attivita'estorsive. Di Marco e' fautore di una linea d'azione prudente, con unavasta conoscenza - per sua stessa ammissione durante leconversazioni intercettate - delle dinamiche di Cosa nostra edei suoi personaggi piu' influenti, tra cui i noti BernardoProvenzano e Giovanni Brusca. Ne conosce e rispetta le regole,pretendendo che altrettanto facciano gli associati suoisottoposti. Fratello di Vincenzo, 68 anni, arrestato nel 1993per favoreggiamento personale del boss Salvatore Riina, durantela sua latitanza, condannato con sentenza passata in giudicatoe nel 1998 sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale;Vincenzo Di Marco era considerato l'autista della moglie delpadrino, Ninetta Bagarella, e quindi un suo fedelissimo. Pietro Paolo Masaracchia, noto come "l'ingegnere", capofamiglia di Palazzo Adriano, nonche' cassiere della famiglia; Nicola Parrino, detto "svuota sacco", altro luogotenente di DiMarco su Palazzo Adriano, ma utilizzato da questi anche qualeportavoce con i mafiosi delle zone limitrofe. Per sua stessaammissione e' stato vivandiere del boss all'epoca latitanteIgnazio Vacante. E' imprenditore e si occupava del controllodegli appalti pubblici e della riscossione del pizzo alleimprese per conto di Di Marco e dell'intera famiglia mafiosa; ifratelli Franco e Pasqualino D'Ugo erano 'manovalanzaoperativa' alle dirette dipendenze di Masaracchia, con compitidi controllo del territorio e realizzazione di attiintimidatori e danneggiamenti. (AGI).
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