Baby squillo, 60 clienti verso il processo
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Baby squillo, 60 clienti verso il processo

Baby squillo, 60 clienti verso il processo

Baby squillo, 60 clienti verso il processo
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(AGI) - Roma, 2 lug. - Non ci saranno accordi tra accusa edifesa sulla pena da infliggere, non ci saranno patteggiamentida sottoporre all'ok del giudice. La procura di Roma chiedera'in tempi brevi il rinvio a giudizio degli oltre sessantaclienti (tra cui anche Mauro Floriani, marito dellaparlamentare Alessandra Mussolini) coinvolti nel secondo filonedi indagine sulle due 'baby squillo', le ragazzine studentessedi 15 e 16 anni che si prostituivano in un appartamento aiParioli, quartiere 'bene' della capitale. Il procuratoreaggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusidovrebbero completare gli ultimi accertamenti entro l'estatesenza neppure dover attendere i novanta giorni che il gupCostantino De Robbio si e' preso per motivare la condanna deiprimi otto imputati giudicati ieri con il rito abbreviato. La sentenza, che ha pienamente confermato l'impiantoaccusatorio, rappresentava per i magistrati della procura unimportante banco di prova perche' qualsiasi decisione presa dalgiudice avrebbe avuto inevitabili ricadute anche sul secondoprocedimento ancora aperto. E cosi' la condanna a un anno direclusione, con la sospensione della pena (che i pm nonavrebbero voluto concedere) inflitta ai clienti GianlucaSammarone e Francesco Ferraro, la cui posizione e'sostanzialmente equiparabile a quella degli altri sessantaancora in sospeso, costituisce un chiaro segnale per le difese.Sentiti a verbale, tutti hanno negato di aver consumatoprestazioni sessuali con le ragazzine, ma sono ugualmentefiniti nei guai perche' riconosciuti in foto dalle dueminorenni o perche' traditi dalle intercettazioni telefoniche odai servizi di appostamento dei carabinieri che gravitavanointorno allo stabile dei Parioli dove avvenivano gli incontri apagamento. Dei clienti appena una decina era orientata aconcordare una pena con la procura, quantomeno per evitare lapubblicita' negativa legata a un pubblico dibattimento. Ma ipm, forti anche della sentenza di ieri, si sono ancor piu'convinti dell'opportunita' di seguire la via ordinaria,depositando gli atti e firmando poi le richieste di rinvio agiudizio. Poi se davanti al gup qualcuno volesse optare per unrito alternativo, la posizione sara' valutata caso per caso.(AGI) .
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