"In Italia il consumo di suolo ha continuato ad aumentare anche nel 2017, nonostante la crisi economica". Lo sottolinea il rapporto Ispra-Snpa 'Consumo di suolo in Italia 2018'. Il documento precisa che lo scorso anno la superficie naturale del Bel Paese si è assottigliata di altri 52 km2. In altre parole - sottolinea il rapporto - costruiamo un'intera piazza Navona ogni due ore. Le aree più colpite risultano essere le pianure del Settentrione, dell'asse toscano tra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento, le principali aree metropolitane, le fasce costiere, in particolare quelle adriatica, ligure, campana e siciliana.
In 15 regioni - si legge ancora - viene superato il 5% di consumo di suolo, con il valore percentuale piu' elevato in Lombardia (che con il 12,99% arriva a sfiorare il 13%), in Veneto (12,35%) e in Campania (10,36%). Seguono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia e Liguria, con valori compresi tra l'8 e il 10%. La Valle d'Aosta e' l'unica regione rimasta sotto la soglia del 3%.
Sembrerebbe, quindi, che il rallentamento della velocità del consumo di suolo, iniziato una decina di anni fa, sia nella fase terminale e che, in particolare in alcune regioni, si assista a una prima inversione di tendenza con una progressiva artificializzazione del territorio che continua a coprire irreversibilmente aree naturali e agricole con asfalto e cemento, edifici e fabbricati, strade e altre infrastrutture, insediamenti commerciali, produttivi e di servizio, anche attraverso l'espansione di aree urbane, spesso a bassa densità.
Tra nuove infrastrutture e cantieri (che da soli coprono più di tremila ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando anche all'interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio - coste, fiumi, laghi, vulcani e montagne - soprattutto lungo la fascia costiera e i corpi idrici, dove il cemento ricopre ormai piu' di 350 mila ettari, circa l'8% della loro estensione totale (dato superiore a quello nazionale di 7,65%), prosegue il rapporto.
Anche se la velocità si stabilizza a una media di 2 metri quadrati al secondo - continua il documento - quella registrata e' solo una calma apparente: i valori, oltre a non tener contro di alcune tipologie di consumo considerate nel passato, sono già in aumento nelle regioni in ripresa economica come accade nel Nord-Est del Paese. Tutto questo ha un prezzo, la cifra stimata supera i 2 miliardi di euro all'anno.