Giacomo Carolei, 30 anni, è un attore comico toscano e i video che posta sulla sua pagina Facebook ormai stanno diventando un cult della rete, un qualcosa che orbita nel territorio che divide la candid camera, un servizio delle Iene (alle quali sono stati proposti a quanto pare con esito negativo) e l’esperimento sociale. Carolei infatti è sì un comico ma anche un tifosissimo della Juventus, la squadra più tifata e odiata d'Italia. E così ha studiato un format che mette insieme le sue due passioni. Il meccanismo è molto semplice: l’attore si fa riprendere da un “complice” mentre gira indossando la maglietta della Juve nei pressi dello stadio avversario quando la Vecchia Signora gioca in trasferta, raccogliendo così la reazione delle tifoserie “nemiche” quando gli si avvicina chiedendo un qualsiasi gesto di pace.
C’è chi lo considera uno scherzo, molti di più quelli che la considerano una vera e propria provocazione, tant’è che di gesti di pace Carolei ne registra davvero pochi, anzi, diversi i tifosi delle squadre avversarie che tentano delle vere e proprie aggressioni fisiche. L’ultima volta a gennaio 2018, come riporta anche La Nazione, fuori dallo stadio Marassi di Genova, quando un tifoso della Sampdoria con un evidente scarso senso dell’umorismo, risponde alla richiesta di un gesto di pace con la minaccia di picchiarlo. Carolei in quell’occasione è stato costretto a scappare fino a raggiungere la sua auto per trovare riparo, a quel punto l’aggressore non si arrende e sfoga la sua rabbia sull’auto, finché non riesce ad intrufolarsi dentro, costringendo l'attore a consegnare la maglia bianconera, come fosse un trofeo di guerra.
L’atmosfera che documenta l’attore pratese nei suoi video mentre chiede simpaticamente un gesto di pace tra tifosi di opposte fazioni è proprio da guerriglia urbana. Roma, Milano, Genova, Bologna, Udine, Parma, Empoli, Firenze, ovunque vada la situazione è sempre la stessa. Camminando nei pressi degli stadi avversari prima dell’inizio dei vari match viene regolarmente insultato e minacciato da tifosi di ogni età, anche davanti ad agenti di polizia in servizio (che presumibilmente non intervengono per non far degenerare la situazione), compresi padri che tengono per mano figli piccoli, c’è chi prova a togliergli di forza la maglia bianconera, chi gli sputa addosso, e anche quando inseguito per essere picchiato chiede aiuto ad un gruppo di agenti della Polizia Municipale, questi rispondono “Eh, ma con la maglia della Juve?!”.
A giugno azzarda anche un’incursione durante lo spettacolo teatrale di Massimo Ceccherini e Alessandro Paci e anche lì gliene dicono di tutti i colori. I due attori, di dichiarata fede viola, rifiutano l’abbraccio, lo strapazzano un po', ma la prendono, giustamente, sul ridere, d’altra parte Coladei in Toscana con i suoi video comincia ad essere una celebrità, ma appena lasciato il backstage un signore non si trattiene nel dirgli “Dovevi morire tu, non Astori”. Stesso discorso naturalmente avviene sul web, è sempre dell’anno scorso un’altra denuncia per minacce di morte ricevute tramite social.
Ma i video sono cliccatissimi, il canale YouTube viaggia con numeri da rockstar e l’attore non ha la minima intenzione di interrompere la sua missione di pace; ormai i followers superano i 120 mila e le sue “performance” raccolgono milioni di visualizzazioni. L’ultimo video, postato il 22 gennaio, intitolato “Odio nel calico”, propone anche un’altra visione della storia, tanto divertente quanto significativa. Dopo aver ricevuto i soliti insulti Coladei prova a girare lo stesso esperimento con una sostanziale modifica al format, invece di indossare lui la maglietta della Juve, la mette addosso ad una bellissima ragazza. Risultato? Un tripudio di abbracci e baci senza bandiera, un trionfo della fratellanza, alla ragazza vestita di bianconero nessuno nega gesti di affetto.
Dovrebbe far ridere, e infatti fa molto ridere notare come gli stessi tifosi che fino ad un minuto prima si lanciavano in minacce ed epiteti irripetibili, riescano poi a sciogliersi di fronte al fascino della tifosa juventina, ma ancor prima dovrebbe fare riflettere sul livore irrefrenabile che domina assoluto negli stadi italiani, frequentati, ci viene il riflesso a questo punto di pensare, da troppe poche donne.