Milano - Un pugnale per sgozzare e un 'poema-bomba'. Sono gli elementi che, secondo gli investigatori, inchiodano Abderrahim Moutaharrik, il giovane campione di boxe thailandese accusato di legami con l'Isis e arrestato con la moglie a Lecco. Nelle perquisizioni seguite alla cattura, nell'aprile scorso, gli investigatori hanno trovato nell'abitazione di un "pugnale da combattimento" simile a quello usato nelle esecuzioni effettuate dagli uomini del califfato e un'agendina "di colore beige in cui risulta vergato a mano l'intero poema - bomba" che sarebbe stato inviato da un anonimo sceicco al pugile via WhattsApp.
La Procura che ha chiesto il processo col rito immediato per l'atleta e altre tre persone. "Il pugnale - si legge nella nota della Digos datata 8 settembre 2016 - era nascosto in uno zaino. L'arma, in eccellente stato di conservazione e' simile a quella brandita da un miliziano del califfato nell'esecuzione di un 'traditore dello stato isalmico'. Il video della decapitazione era salvato nel Samsung di Moutaharrik che lo aveva ricevuito su 'Telegram' da un anonimo interlocutore". Il 'poema' trovato a casa di Moutaharrik e della moglie Selma inizia proprio con l'invito a colpire il nemico attraverso lo sgozzamento. "Colpisci! Dalle tue palme eruttano scintille e sgozza! - e' l'incipit del poema - che col coltello e' attesa la gloria. Fai esplodere la tua cintura nelle folle gridando 'Allah Akbar!'".
Sempre nell'abitazione della coppia sono spuntati "i progetti cartacei manoscritti e presumibilmente realizzati a due mani dalla coppia e finalizzati alla successiva realizzazione della casacca di colore nero riportante le scritte riconducibile all'Isis indossata da Moutaharrik stesso in numerosi combattimenti e anche ostentata sul proprio profilo Fb". (AGI)