'Ndrangheta, presi i killer di Coco' Ucciso e bruciato col nonno
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'Ndrangheta, presi i killer di Coco' Ucciso e bruciato col nonno

'Ndrangheta, presi i killer di Coco' Ucciso e bruciato col nonno

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(AGI) - Cosenza, 12 ott. - Da tempo in contrasto con il clandegli "zingari", egemone nella zona, Giuseppe Iannicelli, nonnodi Coco', voleva pentirsi; per questo sarebbe stato ucciso. E'quanto emerge dalle indagini che stamane hanno portatoall'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare eseguitastamane dai Carabinieri del Ros e del comando provinciale diCosenza a carico dei presunti autori del massacro in cui,insieme a Iannicelli, morirono a Cassano Ionio (Cs) il nipotedi 3 anni, Nicola Campolongo, detto Coco', e la compagnadell'uomo, Ibtissam Touss, i cui cadaveri furono poi bruciatinell'auto in cui si trovavano. Destinatari dell'ordinanzaemessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta dellalocale Procura Distrettuale Antimafia sono Cosimo Donato, alias"topo", 38 anni, e Faustino Campilongo, 39 detto "Panzetta",entrambi gia' detenuti nel carcere di Castrovillari perestorsione. I due sono ora entrambi indagati anche per omicidiopremeditato e distruzione di cadavere, con l'aggravante di avercommesso il fatto al fine di agevolare l'attivita' delsodalizio 'ndranghetista degli "Abbruzzese". Gli arrestati sonoritenuti responsabili del triplice omicidio, perpetrato il 16gennaio 2014. I corpi delle vittime furono trovati carbonizzatiall'interno di un'autovettura. I tre furono uccisi con diversicolpi di pistola calibro 7.65 alla testa. L'efferato omicidiodel piccolo Coco', di appena tre anni, aveva suscitatol'attenzione anche di Papa Francesco, che gli aveva rivolto unpensiero e una preghiera in occasione dell'Angelus in piazzaSan Pietro, il 26 gennaio 2014. La vittima designatadell'omicidio, Iannicelli, era, secondo gli inquirenti deditoallo spaccio di sostanze stupefacenti, dapprima in seno allaconsorteria 'ndranghetistica degli zingari cassanesi, gliAbbruzzese, e successivamente per il clan contrapposto deiForastefano. Iannicelli, dunque, era entrato in contrasto conla cosca degli Abbruzzese sin dall'epoca della faida diCassano, negli anni 2003 - 2004. Il dissidio si eraulteriormente acuito in tempi recenti, in seguito alladiffusione della notizia secondo cui l'uomo sarebbe statointenzionato a collaborare con la giustizia, nonche' perl'apertura di un autonomo canale di approvvigionamento distupefacenti che comprometteva il monopolio imposto dal clandegli zingari nell'area di influenza. I due destinataridell'ordinanza, legati alla vittima, sarebbero stati incaricatidi attirare Iannicelli sul luogo delll'appuntamento in cui e'stato consumata la strage.Dei due la vittima si fidava.Dipendevano, infatti, secondo gli inquirenti, da Iannicelli perla distribuzione di stupefacente nei comuni di Firmo, Lungro edAcquaformosa nel Cosentino. Avevano, inoltre, contratto uningente debito relativo ad alcune forniture di droga acquistatain conto vendita dalla vittima. Non sopportando piu' lasubordinazione a Iannicelli, aspirando ad assumere unaposizione di rilievo criminale sul territorio in cui operavano,avrebbero deciso di assassinarlo. Le indagini si sono avvalsedelle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia edelle dichiarazioni rese dai numerosi famigliari delle vittime,tutti pregiudicati per reati inerenti agli stupefacenti, armi,tentato omicidio ed altro. Un'intensa attivita' investigativa,con il supporto di mezzi tecnici, avrebbe consentito diricostruire i movimenti degli indagati nell'arco temporale incui si e' consumato l'omicidio, sia attraverso l'analisi deidati di traffico delle utenze telefoniche, sia delle celleradio base individuate che avrebbero indicato la presenza deidue presunti assassini nelle immediate vicinanze del luogo incui furono rinvenuti i tre cadaveri. Da intercettazionitelefoniche ed ambientali, prevalentemente in lingua arbereshe,sarebbero emersi ulteruiori riscontri alle dichiarazioni resedai collaboratori di giustizia e dai familiari delle vittime..L'indagine, oltre a ricostruire il triplice omicidio sin dallesue fasi preparatorie, avrebbe consentito di individuarne ilmovente e la sua connotazione tipicamente mafiosa nonche' dievidenziare le dinamiche mafiose tuttora insistenti nelterritorio della sibaritide. (AGI).
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