(AGI) - Roma, 23 giu. - Il prefetto di Perugia sara' rimosso, Loha annunciato il ministro dell'Interno Angelino Aflano dopo cheil premier aveva definito "inaccettabili" le dichiarazioni diAntonio Reppucci. "Ho sentito le dichiarazioni del prefetto diPerugia. Sono gravi e inaccettabili. Non puo' restare li' ne'altrove. Assumero' immediati provvedimenti" ha detto Alfano,alle cui parole hanno fatto eco quelle di Matteo Renzo: "Lefrasi del prefetto di Perugia sono inaccettabili, specie per unservitore dello Stato. Sono grato al ministro Alfano perl'intervento".
VIDEO: le frasi choc dell'ex prefetto di Perugia
Le polemiche nascono dalle affermazioni diReppucci che nel corso di un incontro con la stampa locale,parlando del problema della droga aveva detto che "se una mammanon si accorge che suo figlio si droga e' una mamma fallita esi deve solo suicidare". Affermazioni, riprese in un video, chepoi il prefetto ha precisato: "La mia era una provocazione,bisogna andare oltre il senso delle parole, capire se vuoledifendere e costruire o distruggere, io voglio costruire e ilmio era solo un modo di dire di fare squadra tutti insieme".
Inogni caso le dichiarazioni di Reppucci hanno suscitato la durareazione del procuratore della Repubblica facente funzioni,Antonella Duchini. "Questo Ufficio - scrive in una nota - sidissocia in maniera netta dalle affermazioni del Sig. Prefettoquando spera che i padri taglino le teste ai figli che assumonostupefacenti e quando sostiene che il cancro e' li' nellefamiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga e'una mamma fallita e si deve solo suicidare. Affermazionequest'ultima che si connota altresi' per una ingiustificatadiscriminazione di genere. Le tematiche afferenti al consumo edalla cessione di sostanze stupefacenti, che indubbiamenteinvestono anche il nostro territorio, sono complesse eriguardano sia l'aspetto della repressione (proprio delle forzedell'ordine e della magistratura) che quello della prevenzioneattraverso politiche sociali rivolte alle famiglie, che nondevono sentirsi isolate ma piuttosto supportate e coinvolte".
D'accordo si e' detto lo stesso Reppucci: "lei non dice nientedi diverso da quello che ho detto io e cioe' che bisognalavorare con prevenzione e repressione. Ho rivisto il miointervento e ho sempre detto lavoriamo insieme, facciamo unaguerra insieme". (AGI)