E' definitiva la condanna a 16 anni per l'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Lo ha deciso la quarta sezione penale della Cassazione, chiamata a decidere se confermare o meno la condanna a 16 anni di reclusione inflitta dai giudici d'appello di Firenze il 31 maggio dello scorso anno all'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino.
Che succede ora a Schettino
Nel 2012 Schettino era stato sottoposto, per circa 6 mesi, alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ha atteso il verdetto in un luogo riservato, e non nella sua casa di Meta di Sorrento.
Un naufragio, quello avvenuto all'isola del Giglio, tra le sciagure più grave della storia italiana del mare degli ultimi 200 anni.
Le tappe della tragedia della Concordia
- La Costa Concordia urta sugli scogli delle Scole all'Isola del Giglio che procurano uno squarcio di 70 metri nella fiancata sinistra dello scafo. Sono le 21,45 del 13 gennaio 2012.
- La nave inizia ad imbarcare acqua, gli impianti saltano e si produce un black-out.
- Per circa 3.200 passeggeri una tranquilla crociera, si trasforma in breve in un incubo: 32 saranno i morti tra passeggeri e membri dell'equipaggio.
- A causare l'incidente, il 'rito dell'inchino', un passaggio sotto costa per rendere omaggio all'isola.
- Tra omissioni, sottovalutazioni, un incrocio di telefonate e tanta paura, iniziano le operazioni di evacuazione.
- Lo specchio d'acqua del naufragio si trasforma in un gigantesco andirivieni di aerei, elicotteri, navi.
- Ai soccorsi partecipano tutti i mezzi disponibili a poche miglia dall'incidente: militari e civili. All'operazione di salvataggio contribuiscono con grande generosità anche gli abitanti del Giglio.
Quella telefonata diventata tormentone sul web
Schettino da comandante gallonato, diventa da allora uno degli uomini più 'citati' e non solo in Italia. A partire dalla frase che fece il giro del mondo in poche ore: "Schettino è un ordine, torni a bordo, ca..o!". Al telefono, la voce alterata del capitano di fregata Gregorio De Falco, l'ufficiale che la sera di quel tragico 13 gennaio era al comando della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno. Il secco e perentorio ordine, in breve si trasforma nel tormentone più cliccato della rete. Ma lo scambio telefonico quella notte fu ancora più drammatico. Quando dalla sala comando della capitaneria viene accertato che Schettino non è più a bordo, De Falco avverte: "Guardi Schettino che lei si è salvato forse dal mare ma io le faccio passare l'anima dei guai".
Una conversazione il cui epilogo è altrettanto noto con De Falco che intima a Schettino: "Vada a bordo, è un ordine. Lei non deve fare altre valutazioni, ha dichiarato l'abbandono nave, adesso comando io, lei vada a prua, risalga sulla nave e vada a coordinare i soccorsi. Ci sono già dei cadaveri". Ma Schettino non torna a bordo. Eppure il comandante aveva accumulato negli anni una grande esperienza.
Chi è Francesco Schettino
Nato 55 anni fa a Castellammare di Stabia, decide prestisismo che la sua vita sarebbe stata per mare. Frequenta l'istituto nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento, la stessa scuola che ha diplomato armatori del calibro di Achille Lauro e Gianluigi Aponte. Poi consegue il diploma di capitano di lungo corso. Una lunga trafila che lo porta da allievo ufficiale a comandante, passando negli anni in molte compagnie.
Il recupero della Concordia, impresa titanica
La Concordia, arenata, è stata recuperata attraverso l'impresa titanica del rigalleggiamento. Al Giglio 500 persone di 26 nazioni hanno lavorato per mesi per il progetto 'parbuckling', che ha consentito la rotazione della Concordia di 65 gradi, al fine di poterla trasportare verso il porto di Genova per lo smantellamento. Anche questa volta con i riflettori del mondo puntati sull'Italia, il raddrizzamento del colosso di oltre 114 mila tonnellate di stazza lorda, 290 metri di lunghezza e 36 di larghezza, 70 metri di altezza, 13 ponti, e il successivo traino via mare ha conosciuto un grande successo.