"Quella mattina del 9 maggio 1997 in cui Marta fu colpita alla testa da un proiettile ebbi una premonizione". Aureliana Iacoboni, mamma di Marta Russo, ricorda come quel tragico presentimento preannunciò la drammatica notizia della morte della figlia. "Ricordo benissimo che rincasai con le buste piene di cibo appena acquistato perchè pochi giorni dopo sarebbe stato il compleanno di Tiziana (l'altra figlia, ndr). D'istinto poggiai la spesa a terra senza metterla in ordine, abbracciai il gatto e mi misi fuori in balcone a spazzolarlo. Un gesto inusuale in quel momento. Dopo un po' il gatto si stancò ed entrò in casa, lo seguii e in quel momento squillò il telefono: qualcuno dal Policlinico Umberto I mi chiedeva di andare lì perché Marta non si era sentita bene".
Gli organi di Marta furono donati. "Siamo stati dei pionieri"
In tempi in cui donazione e trapianti erano concetti ancora vaghi per la maggior parte degli italiani, la famiglia Russo decise di acconsentire all'espianto degli organi di Marta. "In tenera età mia figlia mi disse che avrebbe voluto farlo, me ne ricordai nel momento in cui i medici ce lo proposero e acconsentimmo", racconta la donna. "Siamo stati dei pionieri. La legge sulla donazione e trapianti è arrivata nel 1999. Prima non c'era una regolamentazione, l'Italia era fanalino di coda. Oggi è una delle nazioni europee in cui si dona di più".
"Grazie a Marta sensibilizzate 20mila persone alla donazione di organi"
Ma il merito è tutto di Marta, spiega la signora Iacoboni: "è come se mia figlia mi avesse lasciato il testimone di questo progetto di vita. E credo che in tutti questi anni, grazie alla nostra attività abbiamo risposto a una domanda che si faceva spesso nei suoi diari: 'Come posso essere utile agli altri?'. In totale abbiamo sensibilizzato oltre 20mila persone e sono sicura che Marta sarebbe soddisfatta".
"Ho abbracciato la donna che vive col cuore di mia figlia"
"Per me - continua la signora Iacoboni - Marta non vive nella signora che ha il suo cuore". La legge non permette ai familiari della vittima di conoscere i ricenti degli organi per evitare che subentrino rapporti morbosi. Tuttavia, vista la risonanza del delitto, per la famiglia di Marta fu fatta un'eccezione e Aureliana Iacoboni ha potuto abbracciare la donna che ormai da 20 anni vive grazie al cuore di sua figlia. "Ma io non ho mai cercato Marta in queste persone, non la rivedo in loro, ma in tutte quelle persone che hanno detto sì alla donazione degli organi, quelle che siamo riusciti a sensibilizzare. E' in loro che Marta rivive".
"Scattone e Ferraro sono i colpevoli, non ci sono dubbi"
Aureliana Iacoboni è addolorata dalla notizia che ancora oggi ci siano pareri e tesi diverse sulla vicenda giudiziaria che portò alla condanna definitiva di Scattone e Ferraro. "Già durante il processo tutti coloro che volevano mettersi in mostra proponevano tesi alternative e fantasiose e il palcoscenico era tutto per loro". I colpevoli - assicura la mamma di Marta - sono stati affidati alla giustizia. Sono loro i responsabili". E per "fare chiarezza su queste menzogne", Tiziana Russo, sorella della vittima, ha deciso di scrivere un libro dal titolo "Marta Russo. Vent'anni senza te". Un preludio a un volume più ampio, attualmente in fase di scrittura, che uscirà nei prossimi mesi.
"Tiziana Russo rompe il proprio silenzio per opporsi a chi, in tutti questi anni, ha portato avanti le tesi degli innocentisti che in modo spregiudicato continuano a difendere due pregiudicati condannati in ben 5 gradi di giudizio", si legge in un comunicato che accompagna il libro. Nei due scritti - il primo già disponibile a un euro come e-book - Tiziana Russo parla direttamente a sua sorella Marta raccontandole la sua uccisione, ricercando la sua vicinanza attraverso i loro ricordi d'infanzia e adolescenza, chiudendo con tutto ciò che è stato realizzato in questi venti anni dall'associazione che porta il suo nome: l'Associazione Marta Russo".