Il sisma del 2012 aveva compromesso in maniera irreparabile la struttura dello stabilimento: in soli sei mesi di lavoro Magneti Marelli è riuscita a concludere l'operazione di ricostruzione nel rispetto delle nuove normative antisismiche emesse dalla Regione, che prevedono una struttura contenitiva reticolare realizzata in acciaio. Per gli interventi vennero stanziati 3,4 milioni di euro dal commissario per la ricostruzione e 1,8 milioni da parte dell'assicurazione dell'azienda.
Poi è stato il momento delle scuole elementari Gaetano Lodi e Marco Polo la cui ricostruzione pubblica è stata finanziata con risorse provenienti da donazioni e assicurazioni.
Il Premier ha poi tenuto il suo intervento nell'auditorium, costruito dopo il sisma come punto di aggregazione sociale, dove ha incontrato i sindaci del territorio e il presidente della Regione Stefano Bonaccini insieme alle autorità e forze dell'ordine. Ed è proprio in questa occasione che il presidente del Consiglio ha voluto esprimere la sua vicinanza ad un'altra popolazione, quella del Centro Italia, che ha sofferto e continua a soffrire a causa del grave sisma del 2016.
"Devono sentirci vicini, gli abbiamo prestato Vasco Errani che voglio ringraziare con la protezione civile, ma questo deve essere il messaggio: se si lavora insieme, con le amministrazioni locali, con i sindaci, se si fa un gioco di squadra, se le imprese fanno la loro parte, se il Parlamento approva delle norme, se si sommano queste condizioni, la ricostruzione può avere una grandissima qualità, anche in quei territori.
Anche lì - ha proseguito Gentiloni - siamo sulla strada giusta all'altezza di una civiltà di un Paese come l'Italia: qui avete dimostrato che è possibile - ha ribadito - dobbiamo dimostrare che è possibile anche in altre parti d'Italia". "Teniamo botta - ha poi concluso il premier rifacendo proprio il moto della Magneti Marelli - il governo farà la sua parte: non neghiamo difficoltà, sia in termini di bilancio che di difficoltà burocratiche ma grazie per il vostro esempio e auguri per le prossime fasi della ricostruzione, saremo con voi".
Il caso dei risarcimenti da restituire
E intanto nella terza zona italiana vittima di un terremoto negli ultimi 10 anni si apre un nuovo capitolo giudiziario. A farlo è proprio la presidenza del Consiglio che, rivolgendosi ad un tribunale, ha chiesto alle famiglie delle vittime del sisma dell'Aquila del 2009 la restituzione dei risarcimenti, riconosciuti dopo le condanne in primo grado del processo “Grandi rischi”. E' quanto scrive l'Unità dopo che venerdì 5 maggio la questione era stata già denunciata dal Manifesto. La richiesta del governo nasce dal fatto che la sentenza di condanna di primo grado del 2012 è stata ribaltata in Appello nel 2014 e confermata dalla Cassazione.
Le due lettere con cui si chiedono indietro i soldi
- Nel settembre del 2016 i familiari delle vittime ricevono una prima lettera di messa in mora da parte dell'allora capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
- Una seconda lettera alle famiglie delle vittime del sisma è stata recapitata nei primi giorni di maggio 2017.
Come si era arrivati ai risarcimenti
- Il 22 ottobre 2012 il giudice monocratico del Tribunale, Marco Billi, condannò a sei anni di reclusione gli esperti della Commissione grandi rischi per omicidio colposo di 29 persone e lesioni di 4 e per aver dato false rassicurazioni alla popolazione il giorno prima del terremoto del 6 aprile 2009 che in totale causò la morte di 309 persone.Il tribunale dispose anche le pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena e decise una provvisionale, l'anticipo del risarcimento per i danni subiti, di 7,8 milioni di euro in favore delle parti civili, i 55 parenti di 29 vittime del terremoto. (La lettera del governo richiede proprio la restituzione di questa provvisionale. Ndr)
I sette componenti della Commissione grandi rischi condannati in primo grado:
- Franco Barberi, allora presidente vicario della commissione;
- Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile;
- Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia;
- Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti;
- Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case;
- Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova
- Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile.
Cosa è stato stabilito in Appello e in Cassazione
- Il 10 novembre 2014 la Corte d'Appello assolve sei dei sette esperti dell'organo scientifico (Commissione Grandi Rischi). Resta la condanna a due anni di reclusione per Bernardo De Bernardinis, in qualità di vice capo settore tecnico operativo del Dipartimento nazionale della Protezione civile. L'ex vice di Guido Bertolaso è stato riconosciuto colpevole solo delle morti di alcune persone. E annulla anche tutte le pene accessorie.
- Il 24 marzo 2016 la Cassazione ha confermato la sentenza e il 30 giugno la Presidenza del Consiglio ha messo in mora i parenti delle vittime, diffidandoli a restituire quanto incassato a titolo risarcitorio a seguito della condanna di primo grado.