Cosa ha detto Gentiloni all'Emilia risorta dal terremoto
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Cosa ha detto Gentiloni all'Emilia risorta dal terremoto

Cosa ha detto Gentiloni all'Emilia risorta dal terremoto

 Paolo Gentiloni alla Magneti Marelli - foto Presidenza del Consiglio
 Paolo Gentiloni alla Magneti Marelli - foto Presidenza del Consiglio
A cinque anni dal sisma in Emilia Romagna il presidente Paolo Gentiloni ha fatto un breve ma intenso viaggio nei luoghi che furono devastati nel 2012 dal terremoto. La sua prima tappa è stata la Magneti Marelli a Crevalcore, nel Bolognese, l'impianto dedicato alla produzione di componenti che occupa un'area di di 30mila metri quadrati e conta 300 dipendenti.
Paolo Gentiloni alla Magneti Marelli - foto Presidenza del Consiglio
Paolo Gentiloni alla Magneti Marelli - foto Presidenza del Consiglio
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Il caso dei risarcimenti da restituire

Le due lettere con cui si chiedono indietro i soldi

  • Nel settembre del 2016 i familiari delle vittime ricevono una prima lettera di messa in mora da parte dell'allora capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
  • Una seconda lettera alle famiglie delle vittime del sisma è stata recapitata nei primi giorni di maggio 2017.

Come si era arrivati ai risarcimenti

  • Il 22 ottobre 2012 il giudice monocratico del Tribunale, Marco Billi, condannò a sei anni di reclusione gli esperti della Commissione grandi rischi per omicidio colposo di 29 persone e lesioni di 4 e per aver dato false rassicurazioni alla popolazione il giorno prima del terremoto del 6 aprile 2009 che in totale causò la morte di 309 persone.Il tribunale dispose anche le pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena e decise una provvisionale, l'anticipo del risarcimento per i danni subiti, di 7,8 milioni di euro in favore delle parti civili, i 55 parenti di 29 vittime del terremoto. (La lettera del governo richiede proprio la restituzione di questa provvisionale. Ndr)

I sette componenti della Commissione grandi rischi condannati in primo grado:

  1. Franco Barberi, allora presidente vicario della commissione;
  2. Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile;
  3. Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia;
  4. Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti;
  5. Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case;
  6. Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova
  7. Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile.

Cosa è stato stabilito in Appello e in Cassazione

  • Il 10 novembre 2014 la Corte d'Appello assolve sei dei sette esperti dell'organo scientifico (Commissione Grandi Rischi). Resta la condanna a due anni di reclusione per Bernardo De Bernardinis, in qualità di vice capo settore tecnico operativo del Dipartimento nazionale della Protezione civile. L'ex vice di Guido Bertolaso è stato riconosciuto colpevole solo delle morti di alcune persone. E annulla anche tutte le pene accessorie.
  • Il 24 marzo 2016 la Cassazione ha confermato la sentenza e il 30 giugno la Presidenza del Consiglio ha messo in mora i parenti delle vittime, diffidandoli a restituire quanto incassato a titolo risarcitorio a seguito della condanna di primo grado.

L'appello del sindaco Cialente a Paolo Gentiloni

Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, si è schierato a fianco delle famiglie e lo ha fatto - si legge sull'Unità - con una lettera al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni con la quale ha chiesto "al governo di ritirare la diffida di restituzione del risarcimento" assegnato alle famiglie delle vittime del terremoto. La missiva di due pagine, che confida nella "sensibilità" del premier per una "giusta soluzione" ripercorre le tappe della vicenda. "E' pervenuta due giorni fa ai familiari delle vittime del sisma la richiesta di restituzione del risarcimento che era stato disposto dal Tribunale di primo grado", scrive Cialente.
"Cinquantacinque persone, madri, padri, fratelli, figli delle vittime del sisma che, la notte del 6 aprile 2009, ha distrutto L'Aquila, sono stati citati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri"."A seguito del processo alla Commissione Grandi Rischi - spiega ancora il primo cittadino - , accusata di aver rassicurato molti aquilani, che quella notte, nonostante le scosse, decisero di restare nelle proprie case, trovandovi la morte, i tecnici e lo Stato erano stati condannati, in primo grado, a risarcire le vittime. Si trattava di somme che andavano dai duecentomila ai quattrocentomila euro a testa, in base ad un calcolo effettuato in considerazione di fattori quali l'età della vittima o la professione e il grado di parentela con la parte civile".
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