L'imprenditore Alfredo Romeo è stato arrestato per corruzione. L'indagine secondo quanto riporta il Repubblica.it nasce da quello che gli inquirenti definiscono il "sistema Romeo" con proiezione sistematica a penetrare e corrompere "il tessuto della pubblica amministrazione". Non è la prima volta che Romeo viene coinvolto in un'indagine sugli appalti: dall'inchiesta napoletana su Global Service uscì assolto dopo sei anni di processo.
Quello che ha portato alle operazioni di oggi (ci sono anche le perquisizioni all'ex parlamentare PdL Italo Bocchino), riporta il Sole 24Ore, di un filone di indagine nato a Napoli, emigrato poi a Roma per competenza. In questa tranche romana (nella quale Romeo risponde di corruzione), risultano indagati l’allora sottosegretario Luca Lotti, il generale dell'Arma Tullio Del Sette e il padre dell’ex premier, Matteo Renzi, Tiziano.
In gioco c'è un appalto da 2,7 miliardi
Il Corriere ricostruisce le tappe dell'inchiesta sull’affidamento dei servizi gestionali di università, centri di ricerca e svariati uffici della pubblica amministrazione. Un appalto di oltre due miliardi e 700mila euro in 36 mesi al quale il gruppo Romeo punta. Il 16 dicembre del 2016, i pm convocano Marco Gasparri, dirigente del Consip, la società del ministero dell’Economia centrale acquisti della pubblica amministrazione. Gasparri non parla soltanto dell’appalto ma anche di nomine, carriere e posizioni all’interno della società che sarebbero state favorite dalla politica. Qualche giorno dopo, gli investigatori fanno visita all’ad Consip, Luigi Marroni. E da questo momento, per la prima volta, spuntano i nomi di Tiziano Renzi e Luca Lotti. Marroni rivela ai magistrati di aver fatto bonificare gli uffici della società dopo aver saputo dal presidente Luigi Ferrara della presenza di microspie. Erano quelle fatte piazzare dalla Procura di Napoli. Il Corriere tratteggia un profilo dell'imprenditore, a Napoli è noto come 'l'avvocato'.
Cosa c'entra la famiglia di Matteo Renzi
Nella mega inchiesta, riporta Repubblica, figurano i molteplici interessi e le reti di rapporti intessuti da Romeo con il suo consulente-alter ego Italo Bocchino, anch'egli indagato . Dalla Consip a Grandi Stazioni, dall’Inps a un investimento immobiliare in Salento. Di questi e di altri affari si occupava come mediatore anche Carlo Russo, imprenditore toscano del settore farmaceutico legatissimo ai genitori di Matteo Renzi.