Roma - "Ci dovrà essere giustizia e per questo combatterò con tutta la mia forza": con queste parole la madre di Sara Di Pietrantonio, Concetta Raccuia, ha chiesto che sia fatta piena luce sulla tragica uccisione della figlia 22enne, strangolata e data alle fiamme dall'ex fidanzato il 29 maggio. E' stato il momento più toccante dei funerali della giovane svoltisi a Ponte Galeria, vicino a Fiumicino. "Voglio ricordarti con il tuo bel sorriso", ha detto la mamma nel ricordo a conclusione delle esequie nella chiesa di santa Maria Madre delle Divina Grazia, "fu un gesto crudele a portarti via, a spegnere quel sorriso".
La funzione religiosa e' stata celebrata dal parroco, Padre Jess e il vescovo, Monsignor Gino Reali, ha inviato un messaggio di cordoglio ai familiari. La bara è uscita dalla chiesa tra gli applausi e le lacrime di amici e parenti. Al suo passaggio sul sagrato, c'è stato anche il saluto militare da parte degli agenti della polizia di Stato presenti per garantire l'ordine pubblico. Il feretro, coperto da uno striscione di addio alla ragazza, e' stato inserito nel carro funebre ed è poi stato benedetto dal prete che ha celebrato la Messa. La mamma ha appoggiato sulla bara le ballerine da danza della giovane suscitando una forte commozione tra i presenti, che hanno accompagnato il gesto con un lungo e intenso applauso. Il carro funebre si è poi allontanato in direzione del cimitero, seguito da parenti a bordo di quattro vetture.
La chiesa era piena di centinaia di persone che hanno voluto dare l'ultimo saluto a Sara. Molti sono stati costretti a restare fuori e a seguire i funerali sul sagrato. L'arrivo del feretro in chiesa è stato accolto in silenzio, poi con un grande applauso. Quindi di nuovo un profondo silenzio fino a quando il sacerdote ha dato inizio al rito. La mamma di Sara, in scuro e con gli occhi nascosti dietro grandi occhiali da sole, era circondata dai parenti che l'hanno sostenuta e incoraggiata durante la cerimonia.
"E' tutto scritto ed è qui dentro e viene tutto via con me". Con questa frase tratta dall'atto di fede di Ligabue e riprodotta su uno striscione gli amici della giovane hanno voluto salutarla esponendo lo striscione accanto alle tante corone di fiori ai piedi della bara. Moltissime le fotografie della ragazza con i suoi amici. (AGI)