Firenze - E' iniziato di fronte alla Corte d'appello di Firenze il processo che vede imputato Francesco Schettino, l'ex comandante della nave Costa Concordia, nel cui naufragio, di fronte all'Isola del Giglio, morirono 32 persone il 13 gennaio 2012. Schettino non è presente in aula. L'ex comandante, durante il processo di primo grado, invece, prese parte a quasi tutte le udienze.
L'ex comandante è stato condannato dal Tribunale di Grosseto ad un totale di 16 anni di reclusione, per i reati di omicidi plurimi colposi, disastro colposo e abbandono di persone minori o incapaci. L'11 febbraio 2015 fu emessa la sentenza di primo grado. A rappresentarlo, i legali Saverio Senese e Donato Laino.
La sentenza di primo era arrivata a poco più di tre anni dal naufragio all'isola del Giglio, considerata la sciagura più grave della storia italiana del mare degli ultimi 200 anni. Il teatro Moderno di Grosseto, trasformato per l'occasione in un aula di tribunale, ha visto sfilare in 37 mesi centinaia di testimoni, una trentina di consulenti, oltre 50mila pagine tra documenti e ricostruzioni, per una serie infinita di udienze.
Le tappe della sciagura iniziano dall'impatto della nave sugli scogli delle Scole all'Isola del Giglio, alle 21,45 del 13 gennaio 2012. Rocce affilate come rasoi procurano uno squarcio di 70 metri nella fiancata sinistra dello scafo. Quella che doveva essere una tranquilla crociera, si trasforma in breve in un incubo per gli oltre 3200 passeggeri.
A modificare la rotta e a causare l'incidente, il rito dell'inchino. Un passaggio sotto costa per rendere omaggio all'isola. Ma la manovra ravvicinata si rivela fatale. La fiancata della nave è aperta, imbarca acqua e si genera un black-out. Tra omissioni, sottovalutazioni, un incrocio di telefonate e tanta paura, iniziano le operazioni di evacuazione. Lo specchio d'acqua antistante il disastro, si trasforma in un gigantesco andirivieni di aerei, elicotteri, navi. Un soccorso al quale partecipano tutti i mezzi disponibili a poche miglia dall'incidente: militari e civili. (AGI)