CdV - Il cardinale George Pell, sotto interrogatorio per il secondo giorno di seguito da parte della Reale Commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali commessi in Australia da ecclesiastici, ritiene di avere "il pieno sostegno del Papa". Lo ha detto lui stesso arrivando all'hotel Quirinale di Roma dove si tiene la videoconferenza per la sua audizione. Sull'aereo che lo riportava in Italia dal Messico, Papa Francesco disse che i vescovi che invece di prendere provvedimenti severi verso i preti pedofili si limitavano a trasferirli debbono dimettersi. Dunque nell'incontro di questa mattina con il Papa il cardinale che attualmente ricopre l'incarico di ministro delle finanze deve aver affermato in modo irrefutabile le ragioni a sua discolpa, in quanto la Commissione sta accusando Pell proprio di avere trasferito e non sospeso i preti pedofili.
Ieri la prima sessione dell'audizione si e' conclusa alle 2 della notte (ora italiana). Ed oggi si e' riaperta con l'esame di una serie di prove che sono state fornite da una delle vittime che sarebbe stata abusata da padre Gerald Ridsdale accusato di aver commesso 130 abusi su bambini di eta' inferiore ai quattro tra i 1960 e 1980. Furness ha chiesto a Pell, all'epoca vicario per l'educazione della diocesi di Melbourne, della quale in seguito fu vescovo, perche' il sacerdotr pedofilo Ridsdale sia stato semplicemente spostato di parrocchia in parrocchia invece di essere segnalato alla polizia. Pell ha dichiarato che i provvedimenti che il vescovo Mulkearns e monsignor Fiskilini adottarono nei riguardi di Ridsale sono "inaccettabili" perche' "sono stati un rischio per i bambini di Inglewood". "Io credevo - si e' pero' scusato - che questi continui e insoliti trasferimenti riguardassero la sua formazione e che gli avrebbero garantito di ampliare la sua esperienza sul territorio". (AGI)