Genova – Hanno incrociato le braccia per il terzo giorno consecutivo i lavoratori dell'Ilva di Genova e le tute blu del sindacato metalmeccanici della Cgil. E lo hanno fatto fino alle 13.30 quando è arrivata in prefettura la lettera ufficiale del governo che garantisce la presenza del sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, Simona Vicari, alla riunione del Collegio di vigilanza per l'Accordo di programma dell'Ilva di Cornigliano convocato per il prossimo 4 febbraio a Roma. "E' la risposta che volevamo e l'abbiamo ottenuta grazie a voi", ha detto al megafono il segretario della Fiom genovese, Bruno Manganaro, rivolgendosi ai lavoratori.
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Ilva, la cessione delle aziende ora è legge
"Fino a ieri non c'era questa certezza che oggi c'è - ha aggiunto Manganaro - perche' ce la siamo conquistata sul campo. Sappiamo pero' che l'incontro del 4 febbraio sara' solo il primo passo: vogliamo garanzie che l'Accordo di programma, con i vincoli di reddito e occupazione per i lavoratori di Cornigliano, e' valido e vincolante anche per i futuri acquirenti del gruppo. Quell'Accordo non si puo' strappare. Eventuali modifiche - ha concluso - possono essere apportate solo alla presenza di tutti soggetti che lo firmarono nel 2005. Oltre ai dipendenti dell'Ilva, sono scesi in piazza lavoratori delle Riparazioni Navali, di Ansaldo Energia, di Ansaldo Sts, di Piaggio, Selex, Fincantieri.
Immagine simbolo della giornata la stretta di mano tra una poliziotta e gli operai dell'Ilva: "Quella poliziotta ha fatto un bel gesto, io le sono grata – ha commentato Rosa Calipari, vice presidente della Commissione Difesa della Camera - Togliendosi il casco e stringendo la mano ai manifestanti ha mostrato coraggio e, al tempo stesso, solidarieta' con quei lavoratori. Non rinunciando ai compiti che le impone la divisa, a difesa di tutti, quella donna, con il suo gesto distensivo, ci rimanda una immagine di speranza. Brava, un esempio da seguire".
Intanto l'azienda ha fatto sapere in una nota che "la temporanea interruzione delle attività della fabbrica, oltre a compromettere la reputazione di Ilva, in particolare verso i clienti internazionali con cui negli ultimi mesi sono stati siglati importanti contratti di fornitura, sta causando perdite finanziarie, stimate in circa 6 milioni di euro per le tre giornate di fermo della fabbrica". Per l'Ilva, "queste perdite di fatturato ad oggi corrispondono all'ammontare delle risorse finanziarie necessarie per gli investimenti sulla linea 4 di zincatura del sito industriale di Genova, sui quali, alla luce dei fatti accaduti in queste ore, l'azienda valuterà come procedere".
Per l'Ilva, prosegue la nota aziendale, "l'eventuale protrarsi del fermo anche nella giornata di domani potrebbe, inoltre, compromettere il funzionamento della fabbrica di Novi Ligure, e in particolare del decatreno, causando, di conseguenza, ulteriori danni al gruppo, già sotto pressione a causa delle difficoltà interne e della debolezza del settore". Le manifestazioni in corso –prosegue la nota - stanno impedendo alle chiatte, da giorni in stato di attesa presso le banchine del porto, di procedere con l'attività di scarico e carico di ingenti quantità di prodotti destinati alla lavorazione e all'esportazione". "Per queste ragioni, pur nel rispetto del diritto di sciopero dei lavoratori e delle scelte delle diverse sigle sindacali, la società - conclude la nota dell'Ilva - auspica che non venga ulteriormente ostacolato il normale svolgimento delle attività industriali dello stabilimento". (AGI)
(27 gennaio 2016)