Londra - Tre britannici appena rientrati in patria dopo viaggi in SudAmerica e ai Caraibi, sono i primi casi di infezione da virus Zika, registrati nel Regno Unito. Le autorità sanitarie hanno spiegato che i tre avevano contratto il virus, collegato alla nascita di bambini con la microcefalia, con punture di insetto in Colombia, Suriname e Guyana. La sanità britannica ha voluto tuttavia puntualizzare che il virus Zika "non si trova in forma naturale" nelle isole britanniche e che "non si contagia direttamente da persona a persona".
Dieci mesi fa, marzo 2015, anche in Italia si sono registrati quattro casi di virus Zika, tutti su viaggiatori "provenienti da Paesi dove la malattia è endemica e che comunque non aveva relazione con donne in gravidanza", e tutti risolti positivamente. Dopo di allora non sono stati segnalati altri pazienti colpiti da questa infezione. Secondo il professore Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanita', per l'Italia la minaccia e' remoto. "Puo' succedere - ha detto Rezza all'Agi - che una persona che si e' infettata in un Paese dell'America latina venga punta da una zanzara tigre che poi trasmette il virus ad altri. E' gia' successo con la Dengue, di cui c'e' stata un'epidemina in Francia Meridionale la scorsa estate e con la Chikungunya di cui abbiamo avuto un focolaio in Italia nel 2007". Il ministero della Salute, ha aggiunto Rezza, "ha messo a punto i test diagnostici per la Zika anche grazie alla collborazione internazionale".
Nonostante i sintomi legati alla malattia siano decisamente lievi e simil-influenzali, il virus sembra collegato alla nascita di neonati con derformita' encefaliche. Non esiste alcun vaccino contro il Zika, per il quale l'unica forma di protezione è evitare la puntura della zanzara che trasmette la malattia.
(AGI)
(24 gennaio 2016)