Roma - "Su un tema come quello degli effetti sanitari degli inquinamenti atmosferici bisognerebbe agire in sinergia ed evitare strumentalizzazioni. L'esatto contrario di quello che sta accadendo in questi giorni; servono politiche unitarie anche nei provvedimenti contingenti, cioè evitare restrizioni a macchia di leopardo come sta accadendo oggi". è il commento del Presidente della Soceità Italiana di Igiene (SItI) Carlo Signorelli che sottolinea come anche il singolo cittadino possa intraprendere azioni per difendersi dai rischi sanitari degli inquinamenti, soprattutto quelli a breve termine che possono causare effetti sull'apparato respiratorio, come irritazioni e infezioni, e sul sistema cardiovascolare, come diversi recenti studi hanno dimopstrato. Questo decalogo illustra alcune misure che ciascuno di noi può adottare: 1- NIENTE JOGGING E ATTENTI ALLE BICICLETTE - Le lunghe esposizioni all'aria aperta nelle aree inquinate sono pericolose per la salute. Le attività fisiche e sportive in questi casi moltiplicano il pericolo perchè aumentano anche di 10-20 volte il ritmo respiratorio. Ci riferiamo al jogging ma anche alle pedalate e pattinate: ottime in generale le biciclette ma in questi giorni serve piu' attenzione. 2- MASCHERINE INUTILI - Non serve utilizzare le comuni mascherine che non sono in grado di trattenere nè gas nè le polveri sottili, quindi danno una falsa protezione. Un falso mito da sfatare. 3 - BAMBINI: MEGLIO A CASA - Nei passeggini in città, a 30-50 cm. dal suolo, c'è la piu' alta concentrazione di inquinanti. Evitare quindi passeggiate dei bambini nelle aree a maggior traffico. Meglio i parchi e, per chi se lo può permettere, qualche giorno al mare o in montagna. ANZIANI E DONNE IN GRAVIDANZA PIU' A RISCHIO - Oltre ai bambini le precauzioni individuali devono essere applicate con il massimo rigore anche agli anziani, alle donne in gravidanza, a coloro che manifestano affezioni respiratorie e cardiache e in generale ai malati cronici. Per questi ultimi il consiglio è, se possibile, di evitare le aree inquinate. 5 - FUMO E INQUINAMENTO MISCELA ESPLOSIVA - Le sigarette peggiorano la situazione per chi le fuma e anche per chi li circonda. Ci sono studi che legano i danni dell'inquinamento atmosferico alla sinergia con il fumo di sigaretta. Un occasione per ridurre il fumo (che fa sicuramente piu' male dell'inquinamento). 6 - FINESTRE CHIUSE AI PIANI BASSI - L'inquinamento esterno penetra nelle abitazioni soprattutto ai piani bassi nelle aree urbanizzate. Meglio i serramenti a tenuta, finestre chiuse sulle strade con traffico e ventilazione degli ambienti dai cortili interni o quando gli inquinanti calano: di notte e nelle ore a minor traffico. 7 - PRESE D'ARIA LONTANE DAL TRAFFICO - Per la stessa ragione è bene evitare di collocare bocchette di condizionatori e impianti di ventilazione in corrispondenza delle vie a circolazione intensa. 8 - NELL'ABITACOLO DEI VEICOLI RICIRCOLO DELL'ARIA - Azionare gli appositi impianti di ricircolo dell'aria (quasi tutti i veicoli ne sono provvisti) durante la circolazione in aree urbane inquinate, specie quando si è in coda o in gallerie. Ma attenzione. SOlo per il tempo strettamente necessario e in questi casi bisogna assolutamente evitare di fumare in auto perchè può essere dannoso. 9 - RISCALDAMENTO MODERATO - I termostati - che tutti dovrebbero avere per legge - consentono di regolare la temperatura delle abitazioni a 19-20 gradi, che sono sufficienti per garantire il completo benessere termico del nostro organismo. E quando si lascia la casa per qualche giorno mettere al minimo gli impianti il che porta a vantaggi economici e ambientali. 10 - MIGLIORARE LA CULTURA AMBIENTALE E IL PROPRIO STILE DI VITA - Revisioni periodiche di caldaie e veicoli, maggior uso dei mezzi pubblici, rispetto dei divieti per gli impianti di combustione, raccolta differenziata dei rifiuti, uso dei veicoli elettrici e, naturalmente, alimentazione sana e attività motoria. Sono comportamenti individuali che aiutano a contenere un grave problema ambientale e a migliorare la propria salute. Al resto devono pensare le istituzioni. (AGI)
(28 dicembre 2015)