Città del Vaticano - "Solo la Misericordia di Dio può liberare l'umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l'egoismo genera in essa. La grazia di Dio - infatti - può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili". È questo invito alla speranza il cuore del messaggio di Natale che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi impartita - come è tradizione - dalla Loggia della Basilica di San Pietro. "Dove nasce Dio - afferma il Papa - nasce la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c'è più posto per l'odio e per la guerra. Eppure proprio là dove è venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne, continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire".
"Al Signore domandiamo che l'intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata". E Francesco auspica anche che "Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo diretto e giungere ad un'intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti, con gravi ripercussioni sull'intera Regione".
Nel giorno di Natale, "il pensiero" di Papa Francesco "va pure a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente dalle recenti stragi avvenute sui cieli d'Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi". E nel suo cuore ci sono oggi "i nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede". "Il Bambino Gesù - è la preghiera di Bergoglio - doni consolazione e forza" a quanti soffrono per queste violenze. "Sono - scandisce il Papa - i nostri martiri di oggi"
"Giunga oggi la nostra vicinanza ai più indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico! Non manchi il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita!". Questo il grido più forte di Francesco nel messaggio di Natale. "Siano ricompensati con abbondanti benedizioni - prega inoltre il Papa - quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sè e per i propri cari e ad integrarsi all'interno delle società che li ricevono".
"Dove nasce Dio, nasce la speranza; e dove nasce la speranza, le persone ritrovano la dignità", ricorda il Papa lamentando però che "ancor oggi schiere di uomini e donne sono private della loro dignità umana e, come il Bambino Gesù, soffrono il freddo, la povertà e il rifiuto degli uomini". "Dove nasce Dio - ripete - fiorisce la misericordia. Essa è il dono più prezioso che Dio ci fa, particolarmente in questo anno giubilare, in cui siamo chiamati a scoprire la tenerezza che il nostro Padre celeste ha nei confronti di ciascuno di noi".
"Il Signore - invoca ancora Bergoglio - doni particolarmente ai carcerati di sperimentare il suo amore misericordioso che sana le ferite e vince il male". "E così - conclude - oggi insieme esultiamo nel giorno della nostra salvezza. Contemplando il presepe, fissiamo lo sguardo sulle braccia aperte di Gesù che ci mostrano l'abbraccio misericordioso di Dio, mentre ascoltiamo il vagito del Bambino che ci sussurra: Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: 'Su te sia pace!'". (AGI)
(25 dicembre 2015)