L’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea a pagare una somma forfettaria di 25 milioni di euro e una penalità di oltre 30 milioni di euro per ciascun semestre di ritardo, per aver tardato ad attuare il diritto dell’Unione in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane.
Nella sua sentenza di oggi la Corte ha constatato che alla data limite dell’11 febbraio 2016, l’Italia non aveva preso tutte le misure necessarie per l’esecuzione della sentenza già emessa dalla stessa Corte nel 2012 al fine di rispettare gli obblighi che le incombono in forza della direttiva. Secondo i giudici europei l’inadempimento dell’Italia, oltre ad esser durato quasi sei anni, è particolarmente grave per il fatto che l’assenza o l’insufficienza di sistemi di raccolta o di trattamento delle acque reflue urbane sono idonee ad arrecare pregiudizio all’ambiente.