L'ex consigliere leghista di Castelfranco Veneto, Fabrizio Pozzobon, di cui la famiglia ha perso le tracce da quando partì per la Turchia nel 2016, sarebbe stato rapito in Siria dai miliziani del presidente Bashar Al-Assad: è quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare a carico di padre e figlio egiziani residenti nel comasco, accusato di terrorismo. Dai racconti dei due indagati sembrerebbe che Pozzobon, la cui sparizione finora appariva misteriosa, sia finito nelle mani delle milizie del regime siriano. Stando all'ordinanza, Saged Sayed Fayek Shebl Ahmed, il 23enne foreign fighter latitante, sarebbe stato "utilizzato da interprete nelle conversazioni tra Fabrizio Pozzobon e quelli che il gip chiama "i suoi rapitori", i miliziani di Assad.
Pozzobon, sulla scorta di quanto raccontato dal ragazzo al padre e trascritto nell'ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi, nel mese di dicembre 2016 avrebbe raggiunto la Siria "con l'intento di arruolarsi nelle truppe jihadiste ribelli al regime di Bashar Al Assad" ma "i miliziani lo avrebbero rintracciato in un villaggio ubicato in una zona non meglio definita della Siria, posta al confine con la Turchia, e trattenuto contro la sua volontà dopo averlo condotto in un luogo montuoso non meglio definito, perché ritenuto una spia e, comunque, per poterlo eventualmente utilizzare nella mediazione di scambio di prigionieri con le truppe governative siriane o per chiedere un riscatto alle autorità italiane". Saged avrebbe anche raccontato al genitore "che, nelle occasioni in cui veniva utilizzato da interprete, veniva condotto sul posto incappucciato al fine di impedirgli di individuare il tragitto, che veniva percorso effettuando diversi cambi d'auto".